L’annuncio di Matteo Renzi sull’addio a Imu e Tasi per la prima casa a partire dal 2016 ha messo subito in allerta Federalberghi che teme invece un aggravio degli oneri sulle aziende del settore ricettivo per recuperare i mancati introiti dai privati.
Nel 2014 la somma di Imu + Tasi pagati dal settore alberghiero è stata di circa 893 milioni di Euro. Federalberghi ha stimato che ogni hotel spende di Imu e Tasi una media di 817 euro per camera.
“Si tratta di un costo enorme – spiega la Federazione degli albergatori in una nota – reso ancor più gravoso dal fatto che l’imposta è dovuta anche in relazione ai periodi di bassa stagione, quando gli alberghi sono a riposo o comunque semivuoti”.
Per questo motivo l’associazione chiede al Governo di “Riconoscere la tipicità dell’immobile alberghiero, che costituisce un investimento ad uso produttivo al pari di altri tipi di strutture che si pensa di esentare”.
Un ulteriore timore è che le misure preannunciate potrebbero determinare vantaggi in favore degli esercizi ricettivi che beneficeranno dell’abolizione per il fatto di essere ubicati in immobili che dovrebbero essere destinati a civile abitazione o ad uso agricolo. Il riferimento è a bed&breakfast e agriturismi ma lo sguardo va evidentemente anche a tutto l’extra ricettivo in appartamenti portato in auge dalle piattaforme di sharing economy.
Per Federalberghi la soluzione è : “Stesso mercato, stesse regole“, per cui l’ulteriore richiesta al Governo è quella di parificare le condizioni di concorrenza tra soggetti che operano sullo stesso mercato.