È una crisi senza precedenti quella che il settore dei congressi e degli eventi si trova ad affrontare a causa della pandemia da Covid-19. Una vera battuta d’arresto per un’industria che negli ultimi 5 anni aveva conosciuto un positivo e costante percorso di crescita, con un tasso di incremento medio del numero di eventi del 4,1% annuo.
Le sedi per congressi ed eventi hanno subito la cancellazione della maggior parte delle manifestazioni già previste in calendario: il 69,7% degli eventi e dei congressi è stato cancellato, il 16,9% rinviato al 2021 e solo il 13,4% posticipato a un’altra data nell’anno in corso.
I dati emergono dalla ricerca “L’impatto del Covid-19 sulla meeting industry italiana: la prospettiva delle sedi per eventi e congressi” realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Aseri) in collaborazione con l’associazione della meeting industry italiana Federcongressi&eventi. La survey è stata condotta nell’ambito dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (OICE), lo studio che monitora annualmente l’andamento del comparto.
«Questa situazione si è tradotta in una riduzione del fatturato per eventi e congressi previsto per il 2020 mediamente del 76% rispetto a quello del 2019», spiega Roberto Nelli, responsabile scientifico dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi e docente in Cattolica di Comunicazione e marketing degli eventi. In particolare, dalla ricerca emerge che il 21,3% degli alberghi congressuali stima una riduzione tra il 51% e il 75% del fatturato e ben il 68,5% valuta un decremento superiore al 75%; il 28,6% delle sedi congressuali fieristiche stima una riduzione tra il 51% e il 75% e ben il 57,1% la ritiene superiore al 75%; il 42,1% dei centri congressi calcola un calo tra il 51% e il 75% del fatturato mentre solo il 36,8% ritiene che la flessione possa essere maggiore del 75%.
«Il risultato della survey evidenzia in modo drammatico quella che è forse la più grande crisi alla quale il nostro settore è chiamato a fare fronte a livello globale», commenta Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&eventi. «Uno stato di emergenza che mette però in luce quanto il comparto, sebbene ancora poco considerato dalle istituzioni, abbia nel proprio Dna la capacità di trovare sempre soluzioni che non solo permettano di affrontare gli ostacoli ma di uscirne migliori. La meeting industry non si arrende ma ha l’urgente necessità che il Governo faccia ripartire l’attività formativa di Educazione Continua in Medicina-ECM in presenza e che tutte le Regioni, in deroga all’ultimo Dpcm, permettano la ripresa di eventi e congressi. Le nostre imprese chiedono il supporto delle istituzioni ma, ancora di più, chiedono di poter tornare subito a lavorare».