“L’industria dei congressi e degli eventi continua a crescere a livello mondiale. In Europa la spesa per i viaggi d’affari rappresenta il 24% dell’intera spesa turistica, nel nostro Paese solo il 19%. In Italia dieci anni fa congressi ed eventi erano al primo posto della spesa turistica, ma la crisi che ha investito il Paese ha prodotto una contrazione della domanda nazionale. Solo le destinazioni che hanno investito sulla ricerca di eventi internazionali hanno registrato un incremento dell’attività. Eppure siamo in Europa, cioè nel continente che accoglie oltre il 50% dei congressi internazionali, possediamo un’attrattiva unica al mondo, una moltitudine di cervelli, idee, creatività, un clima favorevole anche d’inverno. Avere delle risorse non basta. Questo non è un settore semplice e la clientela internazionale è molto esigente. Per cogliere le opportunità di sviluppo che offrono congressi ed eventi internazionali occorre fare molto in termini di infrastrutture, tecnologie, qualità, professionalità, coordinamento, comunicazione, affidabilità. A chi ha la responsabilità di definire le strategie di sviluppo e di prendere decisioni molto spesso manca la consapevolezza del valore del settore e ancor più della complessità dei requisiti necessari per competere con i leader internazionali”.
Si apre con queste parole il Libro Bianco di Federcongressi&eventi, una delle due pubblicazioni volte a sensibilizzare le istituzioni – centrali, regionali e locali – sul valore dell’industria congressuale e sui benefici che l’Italia, a tutti i livelli, potrebbe ricevere da un loro pieno coinvolgimento nell’attività incoming. Insieme al Libro Bianco, è stato presentato anche il Vademecum sul ruolo dei Comuni nell’incoming congressuale.