Prende corpo la soluzione tecnologica che consentirà alle Ferrovie di “cancellare” la stazione interrata dell’Alta velocità di Firenze (già progettata dall’archistar Norman Foster e in parte realizzata) tamponando le proteste delle istituzioni locali, preoccupate per la sorte dei treni regionali a causa del previsto “ingorgo” dello scalo di Santa Maria Novella.
Entro fine anno Rete ferroviaria Italiana (Rfi) pubblicherà un bando da 70 milioni di euro per la fornitura del nuovo sistema di gestione del nodo ferroviario fiorentino, destinato a far “sposare” i treni ad Alta velocità con quelli regionali. Ad annunciarlo è stato Enzo Marzilli, responsabile Ricerca e sviluppo di Rfi, durante il convegno organizzato dalla Intersys di Tavarnelle Val di Pesa (Firenze), specializzata nella produzione di sistemi elettrici, elettronici, pneumatici e di illuminazione per treni e metropolitane (9,5 milioni di fatturato atteso nel 2016, in crescita del 20%, e 52 dipendenti), in occasione dell’inaugurazione dei nuovi spazi aziendali.
Quella in arrivo nel nodo ferroviario fiorentino è una tecnologia innovativa (Ertms, livello 2/3) che “permetterà di realizzare l’ ‘altra velocità’ con le tecnologie dell’Alta velocità”, ha spiegato Marzilli aggiungendo che, una volta operativa, tra un paio d’anni, “potrà triplicare le potenzialità della stazione di Santa Maria Novella, con una maggiore fluidità dei treni in ingresso e in uscita, a patto che si abbini agli investimenti nella rete ferroviaria”.
Un’assicurazione che tranquillizza Vincenzo Ceccarelli, assessore toscano ai Trasporti e infrastrutture: “Puntiamo al potenziamento del trasporto regionale – ha spiegato – e all’integrazione con quello su gomma e anche con la bicicletta”. A proposito della gara per la gestione dei bus nell’intero territorio regionale, assegnata dalla Regione al gruppo francese Ratp e impugnata di fronte al Tar dal consorzio Mobit guidato da BusItalia (gruppo Fs), Ceccarelli ha ribadito di sperare “che la gara non venga annullata dai giudici amministrativi” (la sentenza è attesa tra pochi giorni), per evitare che il faticoso percorso di modernizzazione avviato dalla Regione debba ricominciare dall’inizio.
Dal viceministro alle Infrastrutture e trasporti, Riccardo Nencini, è arrivato un messaggio tranquillizzante alle aziende ferroviarie italiane che ora – dopo la vittoria di Hitachi e Alstom della gara da 4,5 miliardi di euro per i treni regionali bandita da Trenitalia – temono che gran parte delle commesse siano affidate ad aziende estere: “Nel codice appalti, già entrato in vigore, c’è una norma che avvantaggia il made in Italy – ha sottolineato Nencini – permettendo alle imprese locali di far valere la propria tipicità anche nel caso in cui offrano costi leggeremente superiori ai concorrenti stranieri”.