Blitz di Legambiente sulla quarta pista di Fiumicino, che l’associazione ambientalista contesta in quanto devastante per l’ambiente. La realizzazione di una quarta pista fa parte del Master plan 2030 dell’aeroporto, di cui è iniziato l’iter di Valutazione di Impatto Ambientale, e interessa un’area di quasi 500 ettari all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano. Sorgerebbe, quindi, al posto di aree agricole, alberi e corsi d’acqua. Una zona, oltretutto, sottoposta a vincoli paesaggistici e archeologici.
“Non è ammissibile che un progetto di questa dimensione e impatto venga presentato senza alcun confronto con il territorio, soprattutto perché esistono altre soluzioni possibili per l’aeroporto che avrebbero un impatto molto minore”, commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio -. Quello di cui siamo sicuri è che, insieme ai cittadini, alle associazioni e ai comitati del territorio, siamo pronti a una dura battaglia nell’interesse generale e dell’ambiente – aggiunge Scacchi – per difendere una porzione di altissimo pregio del Lazio, che rischia di dissolversi sotto una colata di asfalto”.
Una colata di cemento di cui, peraltro, “non si comprendono neanche le motivazioni trasportistiche”, commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, poiché la realizzazione della quarta pista sarebbe “parallela e attaccata alla terza, e quindi di difficile utilizzo contemporaneo”.
Diversi studi tecnici dimostrano che è possibile raddoppiare i passeggeri trasportati a Fiumicino (40 milioni l’anno) con un utilizzo diverso delle piste e potenziando i terminal esistenti con nuovi spazi e connessioni. Ma un intervento di questo tipo costerebbe molto meno, sostiene Legambiente, ed è questa la ragione per cui non interessa a chi gestisce l’aeroporto.