L’intervista “doppia” di Giancarlo Carniani al ministro Dario Franceschini e all’assessore al commercio, alla cultura e al turismo della Regione Toscana Sara Nocentini, si apre con la provocazione del giornalista Emilio Casalini, “L’Italia è una Repubblica fondata sulla bellezza”? “Lo è” afferma senza esitazioni Franceschini, “è una provocazione intelligente. Perché oggi ogni paese oggi deve specializzarsi, individuando la propria vocazione come veicolo di crescita economica. E noi abbiamo la bellezza. Che non è solo il patrimonio. Ma Cibo, moda, design…tutto quello che serve per fare un brand e per farci scegliere dai turisti internazionali. Lo dissi quando venni nominato: io sono il “vero” Ministro dell’Economia dell’Italia, ora dobbiamo convincere gli altri”.
E convincere gli italiani che il turismo, e l’Expo, sono la salvezza dell’Italia. “Perché l’Expo deve essere un punto di svolta per il nostro paese come è stato per altri – dice Franceschini -. Con l’Expo potremmo vedere l’Italia con gli occhi stupiti che hanno gli stranieri (vedi il video di Obama in visita al Colosseo di Roma)”. Una Bellezza “che dobbiamo noi stessi riscoprire” dice Nocentini. “perciò come Regione abbiamo lanciato un piano paesaggistico, e progetti per il rispetto delle tradizioni” (vedi: Vetrina Toscana, un evento del territorio che spinge il turismo).
Questo è un momento unico che dobbiamo cogliere, perché la digitalizzazione e la globalizzazione del mondo è solo all’inizio” sottolinea Franceschini, “e questo deve essere un nuovo Rinascimento”. Frase che, detta a Firenze, ha un valore doppio. “Aumentare i turisti in Italia è inesorabile, ad esempio i cinesi che viaggeranno tra cinque anni passeranno da 100 a 500 milioni. Ma con la nostra offerta non dobbiamo puntare ai viaggiatori mordi e fuggi bensì a un turismo di qualità, colto e sostenibile. Perché per gli stranieri l’Italia è soprattutto cultura. Che ha comunque numeri enormi. Il Turismo sostenibile deve essere la vocazione del settore! Ma dobbiamo fondere cultura, moda, enogastronomia. Io farei le sfilate nei musei. Perciò mi sembra corretto che il turismo sia stato messo insieme alla cultura”.
Ecco perché le prime mosse del dicastero di Franceschini sono andate in questa direzione, con un decreto legge con credito d’imposta per i privati nella cultura, la digitalizzazione delle strutture e la loro ristrutturazione. “I dati sui musei sono terribili, perciò abbiamo rivoluzionato le tariffe e lo stiamo facendo con le strutture. In tre mesi abbiamo aumentato la vendita dei biglietti del 7%, per 800 mila visitatori in più , di cui 150 mila visitatori gratuiti grazie alla prima domenica del mese gratuita. Per tutti” commenta Franceschini. che però sottolinea proprio come anche la cultura abbia danneggiato il nostro brand: “danni dai crolli di Pompei, dai musei chiusi durante le feste, insieme a Muti che se ne va dopo i problemi sindacali, e all’immagine che la criminalità organizzata ci dà nel mondo”. Perciò dobbiamo ricostruire il nostro brand, anche attraverso la nostra offerta: “e quella culturale deve essere proposta come un museo diffuso in tutto il paese. Così come dobbiamo proporre sempre di più gli hotel diffusi. Qualcosa che abbiamo solo noi. Tanto che non esiste neppure la traduzione di Hotel diffuso”.
Hotel che sono un altro problema dell’Italia: “purtroppo la classificazione è legato all’articolo quinto che stiamo cercando di superare, E che stiamo superando nella promozione grazie alla ristrutturazione dell’Enit che sarà sempre più centralizzata e snella. Ma dirò di più – aggiunge Franceschini -. La classificazione deve essere europea. Classificazione che, però, è anche un po’ superata dalle recensioni online. Che guidano le scelte dei turisti”.
Insomma Franceschini ci crede. La platea pure. Perché il turismo per il pil italiano ad oggi vale 156 miliardi di euro, ovvero il 10,3% del totale, che crescerà fino a 198 miliardi entro il 2024- La Regione Toscana dal turismo ricava oltre il 12%. Basterebbe raggiungere a breve questa percentuale e già l’economia italiana tornerebbe in positivo.