“Sembra non ci sia nulla da fare. Ormai qualsiasi cosa affiancata al nome Pompei diventa immediatamente una notizia che pigramente e senza approfondimenti viene riportata da giornali, siti, tg. Così capita in questo giorni: tutti i musei e luoghi della cultura statali sono chiusi per Natale e Capodanno e la notizia diventa solamente che è chiusa Pompei, con polemiche automatiche”. Il ministro del Turismo e dei Beni Culturali interviene sulle polemiche innescate dalla chiusura a Natale e Capodanno del sito archeologico vesuviano e lo fa mettendo in evidenza che quello di Pompei non è l’unico “museo” non fruibile in Italia, e nel mondo, in quei giorni.
“L’accordo di diversi mesi fa coi i sindacati – spiega il ministro su Facebook – prevede aperture straordinarie per Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, Ferragosto e con trattative annuali anche il 1 maggio. Chiusi i musei statali per Natale e Capodanno. Scelta permanente, non solo per quest’anno, come in tutto il mondo. Sono chiusi per le due festività tra gli altri il Louvre, il British, la National Gallery di Londra, il Reina Sofia, l’Ermitage, il Met, i Musei Vaticani, l’Acropoli di Atene, Versailles… Chiusi per Natale anche il Moma, la Tate Modern, il Museo d’Orsay, il Gugghenheim…. Sufficiente?”.
Franceschini dà poi anche una valutazione più generale sui motivi che, al di là degli accordi sindacali, hanno favorito l’adozione di certe decisioni sulla fruibilità delle strutture che lui stesso porta ad esempio: “Sono tutte grandi istituzioni che sanno bene che i comportamenti familiari e turistici di Natale e Capodanno non si conciliano con l’apertura dei musei. L’anno scorso in Italia erano aperti: a Natale andarono a Pompei 827 persone contro una media di 15/20000 di una prima domenica del mese. In tutta Italia andarono nei musei statali 12.376 persone, contro i 311.017 della prima domenica di dicembre 2014. Questi i numeri e il semplice buonsenso che hanno portato a questa scelta. Poi chi vuole continuare a fare polemica, continui pure”.