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Frane e crolli, Sicilia ‘isolata’, allarme turismoERT

Offerte, computer e voglia di mare, soprattutto di Sicilia. Quanti Italiani in queste settimane si stanno cimentando con la prenotazione e lo studio del percorso che li porterà alle agognate vacanze? Tanti. Per qualcuno si tratta di ripetere un rito che va avanti da anni. E per questo 2015? Tutto come sempre? No, non è così.

Fra frane e crolli in autostrada, la Sicilia rischia di restare un sogno per tante persone che pensavano di raggiungerla in auto. O in camper, come fanno tanti stranieri. Anche abbinando un tratto di viaggio via mare. Perché? Semplice: consideriamo quello che aspetta chiunque si metta in auto dal centro nord per raggiungere Napoli e da qui avventurarsi sulla Napoli-Salerno-Reggio Calabria o anche sulla Caserta-Salerno. Fino a Salerno, tutto bene. Traffico veloce (si spera) almeno fino a Lagonegro e poi… più avanti ci si imbatte nel mitico viadotto Italia, una volta il più alto d’Europa. E’ qui che alcune settimane fa è crollato un tratto di campata e un operaio ci ha rimesso la vita. Risultato: autostrada chiusa e sequestrata da monte a valle del tratto crollato e automobilisti costretti ad uscire e poi rientrare più avanti, fra  Laino Borgo e Mormanno. Non una passeggiata di salute se sei a luglio e agosto, sotto il sole e con tutto il traffico, quindi anche i camion, che percorre lo stesso itinerario fatto di strade strette. Arriverete mai a destinazione? Certo, ma quando?

Secondo scenario: la scelta (apparentemente) intelligente: vado in Sicilia via mare. Bene: faccio i conti con i costi e poi se la mia destinazione spazia fra Messina e Trapani, comprendendo anche la costa palermitana, si può fare. Se devo dirigermi sulla costa orientale, potrei anche imbarcarmi a Salerno per approdare a Messina o Catania. Ma se devo andare dall’altra parte dell’isola forse conviene sbarcare a Palermo, prendere l’autostrada che va verso sud e… restare bloccato a Scillato a causa del cedimento di una delle due carreggiate dell’autostrada Palermo-Catania. Anche qui quindi, esci prima, rientra dopo, oppure segui percorsi alternativi di cui si raccontano varie difficoltà…

Questo è lo scenario attuale. Mancano ancora un paio di mesi buoni prima dell’intensificarsi del traffico ma la natura dei cedimenti e le polemiche che ne stanno venendo non promettono niente di buono in fatto di tempi di risoluzione.

Dalla Sicilia l’allarme è stato lanciato da tutte le categorie, soprattutto dei trasporti e del turismo, e anche dall’amministrazione regionale, accusando soprattutto organi centrali e media di un certo disinteresse per un dramma di cui si parla poco o niente.

Ora che tutta l’attenzione è concentrata sull’Expo in fase di partenza, queste della Sicilia sembrano questioni di secondo piano ed invece basta fermarsi un attimo a pensare per capire quanto sia grande il problema di un’isola spaccata in due ed in parte allontanata dalla terra ferma, così come è per l’area meridionale calabrese che pure può contare su percorsi alternativi non proprio agevoli.

Quale sarà la reazione del turista che vuole curare in loco il suo mal di Sicilia? Autostrada no, traghetto solo in certi casi… andiamo anche quest’anno? Certo che vorrei andarci, al cuor non si comanda ma… un posto più raggiungibile c’è?