Frenata Ue sull’accordo Alitalia-Etihad

Le code degli aeromobili Alitalia-Etihad

Doveva essere l’ora X oggi per la proposta di acquisto di Alitalia da parte di Etihad. Lo aveva anche preannunciato il direttore generale di Intesa San Paolo, nonché grande azionista di Alitalia, Gaetano Micciché, con il ministro ai trasporti e alle infrastrutture Maurizio Lupi a dirsi ottimista sulla chiusura dell’operazione in tempi brevi. Ma questi forse non saranno tali. Tra gli scogli anche una richiesta dell’Esecutivo Ue per “vigilare” sugli acquisti di compagnie comunitarie da parte di soggetti al di fuori della Unione. Tra cui ovviamente ci sarebbe anche Etihad sia per l’operazione Alitalia che per il precedente acquito di una parte di Air Berlin.

Tra le altre “investigate” Delta Air Lines per la sua quota in Virgin Atlantic, la cinese  HNCA in Cargolux del Lussembugo, e la partecipazione di Korean Air nella compagnia di bandiera ceca Czech Airlines. “La Commissione ha chiesto agli stati membri dove le compagnie sono registrate dettagli su come questi investimenti rispettino le regole europee in materia di proprietà e controllo delle compagnie aeree” sottolinea la fonte. Regole che prevedono un massimo di 49% dei capitali dei vettori Ue in mano  ad azionisti esterni alla Unione.

La lettera di intenti di Etihad, dopo la chiusura della Due Diligence come ha sottolineato l’ad Gabriele del Torchio, potrebbe arrivare domani, domenica, o al massimo lunedì, con l’obiettivo di arrivare a metà maggio per l’ingresso della compagnia emiratina in Alitalia con il 40% del capitale, per un versamento di 300 milioni tramite un aumento di capitale riservato. Ma questo supplemtneo di indagine a livello europeo potrebbe ritardare ulteriormente l’operazione. Che prevederebbe un nuovo network per la compagnai italiana,  con una diminuzione del medio raggio e un incremento dell’intercontinentale, con una possibile integrazione commerciale con Air Berlin (e con la extra-ue Etihad Regional).