Giornate di primavera Fai: 900 tesori d’Italia aperti al pubblico

Il 19 e 20 marzo tornano le Giornate di Primavera del Fai
Il 19 e 20 marzo tornano le Giornate di Primavera del Fai

Sabato 19 e domenica 20 marzo tornano le Giornate di Primavera del Fai. Giunte alla 24a edizione le Giornate quest’anno aprono al pubblico 900 tesori d’Italia fra luoghi di culto (270), palazzi e ville (250), borghi e quartieri (30), castelli e torri (60), oltre a 2 musei di importanza internazionale e 80 piccoli musei, archivi e biblioteche. Un totale di 380 luoghi che da nord a sud attraversano tutta la Penisola.

Dalle catacombe di San Gaudioso (Napoli) a Villa del Cardinale (vicino a Perugia), Palazzo Turati (Milano), l’area megalitica Saint-Martin-de-Corléans di Aosta, l’Istituto storico e di cultura dell’Arma del Genio (Roma), Villa Zanelli (Savona), la Cripta normanna della cattedrale di Messina la scelta è vastisima, anche grazie al supporto di 7 mila volontari e 30 mila giovanisismi apprendisti ciceroni. E poi ci sono itinerari da percorrere a piedi o in bicicletta attraverso parchi, borghi, villaggi industriali. Ma il sostegno arriva anche dalla Rai, che dal 14 al 20 marzo mette in campo una settimana di palinsesto su reti, testate e canali per promuovere la partecipazione dei cittadini alla scoperta del nostro patrimonio. Una maratona tv parallela alla campagna di iscrizioni Fai, perché “Ogni iscrizione verrà trasformata in tegole in più e restauri necessari”, ricorda Marco Magnifico, vicepresidente esecutivo Fai. E iscriversi al Fai garantirà qualche diritto in più, come le aperture riservate della Biblioteca dei Girolamini a Napoli, sotto sequestro dal 2012, o quella dei depositi Sing Sing del Museo Archeologico Nazionale, sempre a Napoli, con i suoi bronzi, vetri e porcellane provenienti dagli scavi vesuviani.

“Viene da chiedersi perché abbiamo perso così tanto tempo nel riavvicinare il patrimonio culturale ai cittadini e nell’investire non solo nella tutela ma anche nella valorizzazione”, riflette Dario Franceschini, ministro per i Beni e le attività culturali. Forse non è un caso che quest’anno lo slogan sia Insieme cambiamo l’Italia, dato che la scommessa è più robusta del solito. E “il lavoro che stiamo cercando di fare è di valorizzare tutta questa bellezza anche come grande fattore di crescita economica”. Parola di ministro.