Il Comune di Milano presenta un’app disconoscendo il lavoro di Alessio Virgili ambasciatore IGLTA mentre lo stesso Virgili è a San Francisco, per conto della Camera di Commercio di Milano, per attrarre turisti gay nella città.
Il paradosso è stato denunciato proprio da Virgili, che è presidente della Associazione Italiana Turismo Gay e Lesbian, oltre che ambasciatore per l’Italia della International Gay & Lesbian Travel Association. Il manager avanza perplessità sull’app che traccia una mappa del turismo LGBT presentata ieri dal Comune di Milano. “Appoggio pienamente le obiezioni sollevate da Marco Mori, Presidente Arcigay Milano, fortemente critico nella scelta del Comune di approvare emendamenti contro l’esaltazione della vita gay da una parte, e dall’altra imbonirsi la community con mappe che celebrano una partecipazione che in realtà – attacca Virgili – è a tutti gli effetti un inganno”.
Facendo un salto all’indietro nel tempo, Virgili racconta che Inizialmente era stato incaricato pro-bono dalla consigliera comunale Rosaria Iardino per lo stesso progetto della mappatura del turismo LGBT di Milano”.
“Con il supporto economico e volontario di altri giovani avevo investito tempo e denaro nel progetto intessuto in accordo la consigliera Iardino ma siamo rimasti molto delusi perché siamo stati letteralmente usati”. Il progetto era stato portato a termine presentando un logo, un sito ed un app di accoglienza LGBT della città di Milano, Mitown.it, accompagnato dalla produzione una campagna promozionale per comunicare la gay friendlyness della città all’estero attraverso shooting in set fotografici.
“La consigliera, che fra l’altro fa uso di dati e ricerche di mercato, indagini di marketing e di materiale dalle mie aziende prodotto in queste circostanze, senza mai citare la fonte – accussa Virgili – improvvisamente, ha iniziato ad escludere determinate realtà economiche, e quindi io stesso ho preferito tirarmi indietro. Sapevo – continua il presidente dell’Associazione Italiana Turismo Gay e Lesbian – che questo, come è poi stato, avrebbe determinato in primo luogo un pregiudizio discriminatorio nei confronti di queste attività che pagano regolarmente le tasse anche al Comune di Milano, e poi sarebbe stato giudicato inconcepibile per i turisti stranieri, visto che in altre città del mondo, da New York a Parigi, le mappe turistiche includono ogni attività LGBT”.
E fra i motivi che hanno spinto Virgili a non sposare la causa del Comune, spuntano anche diversità di vedute sulla qualità della preparazione e della presentazione dell’offerta.
“Non si è voluto prevedere per le strutture alberghiere inserite nella mappa un piano formativo sul diversity management come accade in ogni città che censisce le strutture gay friendly – chiarisce l’operatore – La formazione del personale è maggiormente necessaria in Italia che all’estero ha una reputazione pessima dal punto di vista della gay friendlyness come ho potuto io stesso costatare durante la missione a San Francisco che sto conducendo con il supporto della Camera di Commercio di Milano per l’attrazione di questo target turistico verso il nostro Paese”.
Non è il primo regolare bando di missione internazionale che le aziende di Virgili vincono presentando progetti per l’ampliamento degli arrivi del turismo LGBT in Lombardia. “Mentre sono qui ad incontrare esponenti di una delle comunità Lgbt più grandi ed influenti del pianeta, sono costretto a un grande sforzo per presentare la Milano dell’Expo e il mio Paese, mentre mi arrivano queste tristi notizie di chi ha una visione campanilistica e piccina dell’economia, e del valore delle persone”.
Quale allora la ricetta giusta che gli operatori di questo specifico segmento di mercato rivendicano? “È importante conoscere le abitudini ed esigenze del turista, essere in grado di offrire informazioni sulla gay life della città, ma soprattutto assicurarsi di non avere atteggiamenti pregiudizievoli o discriminatori per evitare che il tutto si trasformi in un boomerang, perché ci si gioca la faccia e credibilità del Comune e della città tutta, e chi fa impresa, crea occupazione, crea PIL, paga le tasse, dovrebbe essere aiutato dalle Istituzioni, non ostacolato in base alle correnti di partito che tirano o alle poltroncine cui attaccarsi”.