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Grazie alle Unioni Civili l’Italia è vista dai turisti come un paese Gay friendlyERT

Expo Turismo Gay

A un anno dall’approvazione della legge sulle Unioni Civili in Italia sono circa 1600 le coppie che si sono congiunte. Per l’onorevole Monica Cirinnà, che della legge è fautrice “Cittadini che prima non esistevano per lo Stato Italiano e ora finalmente esistono. Ad alcuni possono sembrare poche rispetto alla battaglia fatta ma sono proprio le persone coinvolte nella battaglia per ottenerle, a dare la fotografia di quello che rappresentavano: centinaia di migliaia di persone hanno lottato per questo diritto”.

Il messaggio ha introdotto il dibattito sul tema che si è tenuto all’Expo del turismo gay, nell’ambito di Bit 2017.

“Oltre ad essere uno strumento di welfare indispensabile – ha aggiunto Alessio Virgili, ceo di Sonders & Beach – le Unioni Civili sono un simbolo di apertura al mercato dei matrimoni e viaggi di nozze gay che tocca milioni di persone nel mondo”.

L’Italia dal giorno dell’approvazione appare dunque al mondo come un Paese più gay friendly e che appare più appetibile per questi viaggiatori.

“In questa edizione di Expo Turismo Gay alla Borsa Internazionale del Turismo – continua Alessio Virgili – vogliamo porre in evidenza l’ondata di promozione positiva derivante da questa scelta di civiltà, da questo stupefacente messaggio di accoglienza lanciato al mondo che ci ha arricchito di un nuovo patrimonio immateriale di straordinaria bellezza”.

L’unione  civile è caratterizzata da diritti e doveri molto simili a quelli ottenuti con il matrimonio, salvo l’adozione e l’obbligo di fedeltà. Spettano al partner sia la pensione di reversibilità che il TFR maturato dell’altro, nonché i diritti successori. Per lo scioglimento dell’unione il testo riprende gran parte delle norme relative alle cause di divorzio. La coppia, tuttavia, può evitare il periodo di separazione.