Per alloggiare in un hotel dopo il 6 agosto – data di entrata in vigore del D.L. 23 luglio 2021 n. 105 – non servirà il Green Pass. Se su questo il Governo Draghi è stato da subito chiaro, escludendo i pernottamenti in hotel dal novero di attività per cui è richiesto il certificato verde, per le associazioni di categoria servirebbe ulteriore chiarezza.
ASTOI Confindustria Viaggi, ad esempio, ha chiesto al Ministero della Salute di confermare che l’impiego del Green Pass non trovi applicazione con riferimento agli esercizi di ristorazione e ai teatri per gli spettacoli di intrattenimento degli ospiti, collocati all’interno delle strutture ricettive.
In una nota, si legge che “le strutture ricettive (alberghi, villaggi turistici, resort, etc) offrono i propri servizi ad un numero limitato e controllato di avventori (verosimilmente stabile per almeno una settimana o due) adottando specifici protocolli e misure ad hoc, quali a titolo esemplificativo: tavoli assegnati in relazione ad ogni camera occupata o ad ogni nucleo di persone conviventi; costante controllo della temperatura degli ospiti prima di accedere alle aree comuni (sale ristoranti, teatri, sale di intrattenimento in genere); distanziamento tra gli ospiti in ogni occasione di condivisione di spazi (spiaggia, bar, teatro, ristorante, hall); sanificazione costante delle aree comuni e quotidiana delle camere; utilizzo di mascherine all’interno dell’hotel”.
L’Associazione evidenzia che “la norma, per come formulata, sarebbe tecnicamente inapplicabile nella maggior parte delle strutture; in assenza dei necessari chiarimenti, l’incertezza sta inevitabilmente producendo interpretazioni non univoche da parte del mercato e sta portando molti clienti a cancellare le prenotazioni effettuate. È chiaro che ove la previsione riguardasse anche le strutture ricettive, comporterebbe un duro colpo per il turismo nazionale. Il mercato, già in crisi dopo essere stato costretto a fare a meno delle mete estere, dovrebbe rinunciare anche alle vendite sull’Italia”.
Da parte sua, Federalberghi sul sito ufficiale ha intanto realizzato “alcuni cartelli che le imprese possono utilizzare per segnalare agli ospiti le aree aziendali in cui l’accesso è consentito solo alle persone munite della Certificazione verde COVID-19”. Quindi, si legge, salvo modifiche saranno solo alcune aree e attività a rimanere off limits per i vacanzieri sprovvisti del ‘pass’ ma che risiedono in hotel, come ad esempio quelle “piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso” citati proprio nel dl.