Il futuro dell’Italia è nel turismo petrolifero e per portarsi avanti, Greenpeace che è sempre attenta a queste trasformazioni della società, lancia il portale TrivAdvisor dove i potenziali ‘petroturisti’ potranno trovare le prime recensioni arrivate dal futuro. L’iniziativa dell’associazione ambientalista, di natura ovviamente sarcastica, nasce come parodia del più famoso TripAdvisor per stigmatizzare alcuni aspetti del decreto Sblocca Italia che autorizza le trivellazioni offshore nei mari italiani.
“Ti piacerebbe vedere delle piattaforme petrolifere in alcuni dei paesaggi marini più belli d’Italia? Ti andrebbe di scattare un selfie con dei gabbiani sporchi di petrolio, ma non sai come fare? Da oggi è più semplice – annuncia Greenpeace sul suo sito – il Governo Renzi infatti ha promosso una legge con cui autorizzare a perdita d’occhio – o per meglio dire, a macchia d’olio – nuove trivellazioni e nuove ricerche geosismiche per individuare il greggio sotto i nostri fondali. Airgun, pozzi di ricerca e produzione di idrocarburi lungo quasi tutte le coste italiane!”.
TrivAdvisor vuole essere lo specchio dove leggere il futuro secondo gli ambientalisti, corredato da una demo di commenti che, dopo l’inevitabile sorriso che possono sollecitare, inducono poi ad una riflessione seria sulle questioni ambientali, da cui il turismo non è avulso e tanto meno le località prese a pretesto per questo “gioco”, dalla Sardegna alla Calabria, dall’Abruzzo alla Sicilia passando per la Puglia, tutte future candidate ad un’emblematica bandiera nera.
“Ci hanno convinto a partire degli amici che ci erano appena stati… – scrive Viviana dal futuro – ed effettivamente ne vale la pena! I bambini non avevano mai visto dei gabbiani neri… veramente eccezionale. Torneremo senz’altro”.
E dall’estate 2020 Eva le risponde: “Perfetto sia in coppia che con gli amici: sono tornata anche quest’anno e non sono rimasta affatto delusa, anzi, meglio che mai! Pieno di piattaforme che spuntano da tutte le parti, veramente un portento dell’impatto umano sulla natura incontaminata. Unica pecca, a doverla trovare, la spiaggia troppo affollata”.
Con lo Sblocca Italia, sostiene spiega infine Greenpeace, “il Governo, semplificando gli iter autorizzativi ed esautorando le amministrazioni locali, ha scelto la sua strada, quella della petrolizzazione del mare. Ma si tratta di una via a senso unico: non si torna indietro. Nessuno può escludere un disastro ambientale…e in Italia, è bene ricordarlo, il rischio di uno sversamento grave non è neppure previsto nelle valutazioni di impatto ambientale!”. Per questo motivo, l’associazione ha lanciato una campagna di raccolta firme per contrastare la decisione del Governo.