Sono stati in tutto 69 i ristoranti selezionati a Dubai dalla prima edizione della Guida Michelin dedicata all’emirato che vede la presenza di più di 12mila ristoranti e caffè che servono cibi e bevande espressione delle oltre 200 nazionalità residenti in città.
Ad aggiudicarsi una stella Michelin sono stati però sono stati solo in nove: 11 Woodfire, Al Muntaha, Armani Ristorante, Hakkasan, Hoseki, Ossiano, Tasca by José Avillez, Torno subito, Trèsind Studio. Le 2 stelle sono invece andate a due campioni pluristellati del calibro di Niko Romito (Il Ristorante, il format internazionale in collaborazione con Bulgari) e Yannick Alléno (Stay).. Mentre in 14 sono stati insigniti del riconoscimento Bib Gourmand. Il Lowe è il primo e unico ristorante di Dubai a ricevere la stella Green per la sua politica di sostenibilità.
“La città è già famosa per la sua raffinatezza – dichiara Gwendal Poullennec, direttore Internazionale delle Guide Michelin – ora sarà conosciuta anche per l’ampia varietà di cucine offerte dalla posizione e dalla sua storia“. Come dimostra il fatto che, oltre a Romito, sono presenti da queste parti chef del calibro di Cipriani, Massimo Bottura (Torno subito), Heinz Beck, José Avillez, che qui hanno esportato i propri format.
“Già una delle destinazioni più famose al mondo – commenta Issam Kazim, chief executive officer di Dubai Corporation for Tourism and Commerce Marketing – questo ultimo riconoscimento come hub gastronomico globale, sancisce Dubai la destinazione più ambita al mondo e la migliore città in cui vivere e lavorare. Con Dubai che ospita migliaia di ristoranti che servono una varietà di cucine, da quella raffinata allo street food, e chef di talento, la Guida Michelin Dubai fornirà una nuova prospettiva e nuove intuizioni sulla diversità, la creatività e la natura multiculturale dell’offerta culinaria di Dubai”.