Cresce il business degli hotel del divorzio. Da New York ad Amsterdam, e recentemente, alla contea del North Yorkshire, in Inghilterra, aumentano gli alberghi con la formula lanciata da Divorce Hotel International, il team di consulenti che propone il modo di “dirsi addio a cinque stelle“. Requisito fondamentale per i coniugi è la certezza che vogliano davvero lasciarsi. E per esserne certi, devono rispondere a un questionario di cento domande. Il costo? Da 7000 a 11.000 euro, a volte molto meno di una estenuante trafila davanti al giudice.
La formula, scrive il Daily Mail, poggia su pochi pilastri: portare marito e moglie lontano da possibili elementi di disturbo (suocere, amiche fomentatrici o appartamenti sui quali non si trova ancora un accordo), e aiutarli a immaginare un nuovo futuro, magari durante un trattamento alla spa o davanti a un bicchiere di champagne.
A importare in Inghilterra la formula già messa a punto dall’olandese Jim Halfens sono stati Katherine Robbins, 44 anni, e l’ex marito Jonathan, di 55, che hanno sperimentato l’addio al matrimonio tra massaggi, biciclettate e cene eleganti.
E in Italia? Nel nostro Paese al momento è una prospettiva impraticabile, se non altro perché i tempi della separazione (di sei mesi, in caso di divorzio consensuale e senza figli) allungherebbero troppo quelli di permanenza in albergo. In linea di massima però “non è uno scenario così inverosimile. Molte cose ci sembravano impossibili qualche anno fa – commenta al Corriere della Sera, l’avvocato divorzista Gian Ettore Gassani – eppure le abbiamo importate lo stesso dagli Stati Uniti”.