“La tassa Iresa sul rumore generato dagli aerei al decollo e atterraggio applicata dalla Regione Lazio alle compagnie aeree negli aeroporti della Capitale è spropositata con picchi che raggiungono anche il +1807% nel caso di un Airbus A320, uno degli aeromobili che volano più comunemente in Italia, rispetto alla stessa tassa deliberata dalla Regione Lombardia”: con queste parole, l’Ibar, che con i suoi 104 associati rappresenta più dell’85% del trasporto aereo in Italia, protesta duramente presso l’Autorità di Regolazione dei Trasporti. “Si tratta di una tassa ‘inaccettabile’ sotto il profilo dell’entità” scrive l’Ibar, “tanto più che invece di essere utilizzata per la realizzazione di opere di mitigazione dell’impatto acustico a Fiumicino e Ciampino, viene di fatto usata dalla Regione Lazio per ripianare il proprio deficit di bilancio. Si tratta di una situazione grave ed estremamente penalizzante per i vettori che operano sugli scali romani che avrà inevitabili ripercussioni anche per i consumatori”. Una lettera analoga era stata inviata il 1 agosto 2013 alla Regione Lazio, ma senza ricevere risposta. “La Regione Lazio avrebbe fatto meglio non solo ad allineare la tassa sui valori medi adottati dalle altre regioni italiane ma a seguire l’esempio di regioni come la Lombardia che, alla luce della difficile congiuntura economica, hanno preferito sospendere l’applicazione dell’Iresa” aggiunge Umberto Solimeno, presidente Ibar. L’associazione ora si appresta a coordinare azioni comuni dei vettori nelle sedi competenti al fine di chiedere una profonda revisione della Legge Regionale 2/2013 entrata in vigore il 1 maggio 2013.