Il museo non è più solo il custode di reperti, ma si trasforma in ente capace di ricerche e di diffondere messaggi. E questo modello, messo a punto per la prima volta con una collaborazione tra Cnr e Museo Egizio di Torino, viene ora esportato in Egitto. Daniele Malfitana, direttore dell’Istituto per i beni culturali e monumentali (Ibam-Cnr), ha illustrato l’accordo e la trasformazione del concept stesso del museo durante un workshop a cui hanno partecipato l’appena rinnovato museo torinese e una delegazione egiziana per i beni culturali. Da alcuni mesi, infatti, Fondazione Museo Egizio e Cnr hanno dato vita a un’unità di ricerca dell’Ente presso il museo. Inoltre, da tempo il Cnr (con la missione multidisciplinare guidata da Giuseppina Capriotti dell’Istituto per gli Studi del Mediterraneo antico, Isma-Cnr) collabora in Egitto con diverse istituzioni locali, dal ministero delle Antichità, al National Research Centre. Questa sinergia ha tra l’altro reso possibile il salvataggio dell’unica tomba ramesside del nord del Paese, presso il sito di Tell el-Maskhuta, dove versava in una situazione di grave rischio ambientale, e la creazione di un laboratorio archeologico congiunto nell’area del Canale di Suez.