Il Vaticano ha redatto le “linee guida” del turismo, ovvero i principi guida a cui attenersi (ci si rivolge sia a chi viaggia, sia a chi quei viaggi li organizza) per dare luogo all’esperienza più piena, umana, rispettosa. “Un miliardo di turisti, un miliardo di opportunità” è il documento redatto dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, presieduto dal cardinale Antonio Maria Vegliò, anche in vista della Giornata mondiale del turismo che si celebra il 27 settembre.
Come si legge nel documento, più che di turista sarebbe opportuno parlare di viaggiatore, come colui che non si limita a visitare un luogo, ma in qualche modo ne diventa parte integrante. Nasce così la figura del cittadino del mondo, che non si sposta semplicemente per vedere e curiosare, ma che si sposta per appartenere, vivere, aderire. Il tutto con numeri spaventosi, visto che la previsione è quella di raggiungere il traguardo di 2 miliardi di persone nel 2030. Si viaggia di più, sempre di più, quindi. Ma come farlo nel modo corretto?
Ispirandosi ai principi espressi da papa Francesco, cioè innanzitutto all’“apertura allo stupore e alla meraviglia” e alla disponibilità a utilizzare “il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo”.