Fioccano le polemiche in seguito all’approvazione della nuova legge turistica della provincia di Trento, che di fatto autorizza gli albergatori ad accompagnare in montagna i propri clienti. Per l’esattezza, “I gestori degli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri al fine di promuovere e incoraggiare i propri clienti a frequentare, ammirare e meglio apprezzare il patrimonio ambientale e naturalistico locale, possono organizzare percorsi di accompagnamento sul territorio. L’attività di accompagnamento prevista dal comma 1 può essere svolta dai gestori o dai familiari che operano nella struttura ricettiva, esclusivamente per i propri clienti, purchè sia garantita una copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi per lo svolgimento dell’attività. Sono comunque escluse le escursioni che comportano difficoltà richiedenti l’uso di tecniche e materiali alpinistici”. Approvata a fine ottobre, la legge è nel mirino del Collegio Nazionale delle Guide alpine italiane e dei Maestri di sci trentini. Per una ragione di sicurezza, e non per difendere interessi corporativi, come spiegano Cesare Cesa Bianchi, a capo delle guide italiane, e Mario Panizza, presidente dei maestri di sci della regione. La loro tesi? Inappuntabile: la sicurezza in montagna, in inverno come in estate, è un patrimonio fondamentale e va difeso sopra tutto, al riparo da leggi generiche (cosa si intende per “materiali alpinistici”?) che non riconoscono le singole professionalità. Come dire, un conto è fare l’imprenditore dell’ospitalità, altro è essere in grado di accompagnare i propri clienti su e giù per le montagne.
La notizia ha avuto grande risonanza ed è anche stata ripresa da The Guardian.