Isnart: nel 2021 presenze a -2%. Ma in perdita il 57% di imprese

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Gli effetti della pandemia continuano a pesare sul settore del turismo. Secondo gli scenari previsionali dell’Osservatorio Isnart, l’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche di Unioncamere, presentati durante l’evento Dialoghi sul Turismo, il 2021 dovrebbe chiudersi con una leggera flessione delle presenze turistiche complessive rispetto al 2020 (-2%).

Su tale previsione incide, in particolare, l’impatto dei primissimi mesi dell’anno, pienamente colpiti dal Covid a differenza di quanto accaduto nel 2020. Più in generale però, lo scenario complessivo per l’industria resta estremamente difficile; il 57% circa delle imprese ricettive infatti prevede un 2021 in perdita (era l’84% nel 2020) e solo il 20% dei casi stima di avere degli utili.

“Tanta domanda d’Italia, siamo sempre i primi e più cliccati al mondo a gennaio. Ma poi perché a dicembre, a consuntivo, non siamo i più visitati?”, ha detto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia partecipando all’evento. “Dobbiamo lavorare per aumentare la quota di mercato, ci sono i margini. C’è una forte domanda e quindi serve una risposta veloce, flessibile e adeguata. Di sicuro non fa bene la confusione attuale su questo Green pass e speriamo che si risolva definitivamente. E’ determinante puntare sul digitale (non solo a livello nazionale ma anche territoriale) e al miglioramento dell’offerta (dai 5 stelle ai camping, anche pensando a nuovi incentivi all’80% per le ristrutturazioni)”, ha aggiunto.

In particolare, rispetto allo scorso anno – secondo l’Isnart – si registrano segnali positivi dai mercati internazionali nei primi due mesi estivi (+32% a luglio e +30% ad agosto), che premiano soprattutto Lazio, Campania, Umbria, Sicilia, Puglia e Toscana. Il mercato interno resta anche per il 2020 centrale per il turismo in Italia. Infatti, fino al 2019 l’incidenza delle presenze turistiche degli italiani era di circa il 50% (49,5% nel 2019), mentre nel 2020 con il Covid l’incidenza degli italiani è aumentata al 68,6% e per il 2021 si attesterà al 68,3%.

La pandemia inoltre ha senza dubbio prodotto mutamenti in termini di consumi turistici. Tra i fattori determinanti nella scelta delle destinazioni emerge prepotentemente la sicurezza, molto importante per il 77% dei turisti, seguita dal rapporto qualità-prezzo (75,7%), attrazioni naturali o culturali (75,4%), comfort e accessibilità (72,9%), cultura, stili di vita e tradizioni locali (71,8%) e attenzione all’ambiente e alla sostenibilità (69,3%). Tra gli andamenti attesi nella tipologia di domanda emergono una crescita del cicloturismo, una tenuta del turismo enogastronomico e un calo del turismo culturale.

Positivo, inoltre, “l’effetto Europei” sull’interesse dei turisti internazionali verso il nostro Paese. La vittoria della nazionale italiana ha innescato attenzioni e ricerche per venire in vacanza in Italia. Dalle elaborazioni Isnart sulle fonti Google, in corrispondenza della fase finale degli Europei, l’interesse turistico verso l’Italia è cresciuto del 300%.