In Italia i turisti internazionali aumentano, ma si fermano e spendono meno di prima. Secondo lo studio Il turismo internazionale in Italia di Confturismo-Confcommercio nel 2016 i turisti stranieri sono stati quasi 56 milioni, con un aumento dell’1% rispetto al 2015, provenienti soprattutto da fuori Europa. Dei 3,9 milioni di visitatori in più registrati nell’ultimo biennio il 64% infatti è extra europeo. Tra il 2001 e il 2016, inoltre, gli arrivi sono cresciuti del 55%, mentre le presenze del 35%.
Ma se nel 2001 la spesa media del turista straniero era di 1034 euro ora è scesa a 661 (- 36%). E se rispetto al 2015 la permanenza media è salita di 2 ore (pari però 600 milioni di indotto), ovvero 3,6 giorni, rispetto ai 4,1 giorni del 2001 è scesa di mezza giornata.
“Tra il 2001 e il 2016 abbiamo perso 45 miliardi di euro, pari a 3 miliardi all’anno, a testimonianza della necessità di una politica di promozione e commerciale in grado di allungare la permanenza media e le occasioni di spesa”, commenta l’Associazione. In ogni caso nel 2016 le entrate del turismo internazionale sono state di 36,7 miliardi (+3,3% vs 2015) tornando al livello del 2001.
La Germania si conferma il 1° Paese per visitatori in assoluto, seguita da Stati Uniti, Francia, e Cina. Al 5° posto il Regno Unito, seguito da Svizzera, Austria, Paesi Bassi, Spagna e Giappone, che rientra nella top 10 al posto della Russia. Sono però proprio i nostri principali mercati incoming a far segnare le maggiori riduzioni della permanenza media. Il turismo dalla Germania, ad esempio, è sceso da 5,5 a 4,9 giorni di permanenza media, quello inglese da 4,3 a 3,8, e quello francese da 3,4 a 3,1.
A questo “si deve aggiungere che la crescita della quota di mercato del turismo di origine cinese, caratterizzato da una modesta permanenza media, impatta ancor più negativamente sul valore medio complessivo”. In 2 anni i Cinesi sono aumentati infatti di 1,5 milioni, ma in media si fermano solo 1,8 giorni.