Per tornare in vetta al turismo mondiale, l’Italia deve investire, potenziando le strutture ricettive, usando di più e meglio Internet, riducendo il peso fiscale e favorendo l’occupazione di laureati. È quanto emerge dal Rapporto 2014 di Italiadecide “Il Grand tour del XXI secolo: l’Italia e i suoi territori”, presentato a Palazzo Montecitorio. Secondo la ricerca dell’associazione, finalizzata alla qualità delle politiche pubbliche, l’attivo turistico italiano, dopo aver toccato un massimo dell’1,2% del Pil nel 1995, si è progressivamente ridotto all’1,0% nel 2001 e allo 0,7 nel 2012. Nel decennio 2002-2012 la quota di mercato sugli introiti turistici mondiali è scesa dal 5,5 al 3,7%3, con una riduzione in termini percentuali di oltre il 30%. Secondo l’indagine, le risorse a sostegno del settore sono scarse: le regioni hanno investito nel 2011-12 lo 0,4% della spesa e i Comuni hanno destinato in media l’1%. Per competere non basta il nostro immenso patrimonio culturale (abbiamo il maggior numero di siti Unesco al mondo): basti pensare che il ritorno “commerciale” sugli asset culturali (Rac) degli Usa è circa 16 volte il Rac italiano, mentre quello della Francia e del Regno Unito è tra 4 e 7 volte il nostro. Secondo lo studio, fra i nostri handicap ci sono le piccole dimensioni di impresa, l’arretratezza del Meridione, le normative che non aiutano l’attività di impresa, l’elevata tassazione, la mancata realizzazione dell’Agenda digitale, la situazione precaria delle infrastrutture e un capitale umano non sempre all’altezza. Particolarmente penalizzante è il ritardo sulla rete: nel 2011 il 43% delle imprese italiane del settore ricettivo ha venduto almeno l’1% dei propri servizi sul web, contro il 47% (dato 2010) di quelle francesi, il 72% di quelle spagnole e una media del 57% dell’area euro. Infine, molto bassa la percentuale di laureati occupati nel settore: 5,8% contro 13,4% della media Ue.
Per ripartire, si legge nel rapporto “Si deve cominciare dalla effettiva cooperazione tra i Ministeri, tra i livelli territoriali e tra tutti gli attori, come si è realizzata in Italia solo nei momenti di emergenza e di fronte a grandi scadenze. In questo senso, la scadenza rappresentata da Expo 2015 è una sorta di laboratorio”, si legge nel Rapporto. Per Italiadecide, poi, l’attribuzione della competenza, in materia di turismo, al ministero dei Beni Culturali costituisce un fatto positivo “perché supera la logica del turismo come attività produttiva a sé stante, prefigurando un’idea di turismo come strumento di governo del territorio”.