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La Catalogna disciplina gli affitti turistici fra privati. Via libera ad AirBnbERT

Barcellona.

Airbnb e le altre piattaforme di affitti e condivisione di case fra privati hanno la strada spianata in Catalogna.  Fino a oggi, nella regione spagnola l’affitto di case e camere private ai turisti non aveva una disciplina specifica ed era ai margini della legalità.  Ma ora il Governo regionale catalano ha deciso di autorizzare questa pratica già di fatto diffusissima: come riferisce La Repubblica, secondo un recente studio di Exceltur, a Barcellona l’offerta di posti letto da parte di privati cittadini (sia con annunci individuali, sia attraverso le piattaforme online più conosciute come Airbnb) era arrivata a raddoppiare quella degli appartamenti turistici regolarmente autorizzati (137.196 posti contro 78.402).

Il nuovo progetto di disciplina del fenomeno pone dei “paletti”: l’affitto sarà possibile solo per i  proprietari (niente subaffitto da parte di inquilini, quindi) regolarmente residenti, che dovranno pernottare nell’alloggio durante la permanenza del visitatore. Si potranno affittare solo una o due camere per un massimo di quattro mesi l’anno (ma non più di un mese per ogni inquilino) e prestare come unico servizio aggiuntivo la prima colazione. L’affittuario dovrà versare al Comune una tassa di 0,65 euro al giorno nel caso di Barcellona e 0,45 per le altre località della Catalogna. Nella regione esiste già un’imposta turistica che viene applicata ai visitatori e che varia a seconda della categoria dell’hotel (il massimo è di 2,25 euro al giorno per i cinque stelle) e che, nel caso degli appartamenti autorizzati, era già fissata in 0,65 euro.