La Toscana torna a puntare il dito contro l’abusivismo: il 48% dei turisti nel 2015 ha soggiornato in strutture irregolari. Federalberghi Toscana rende noti i dati elaborati su fonti Banca d’Italia e Irpet, e si allea coi sindacati confederali di categoria per chiedere alla Regione una legge di tutela, che favorisca l’emersione e la contrattazione regolare. Si perché il cosiddetto “sommerso” extra alberghiero in Toscana genera un fatturato di 3,5 miliardi di euro, oltre 2 miliardi provenienti dai pernottamenti in “nero” dei turisti italiani, e circa 1,7 miliardi di euro da parte di quelli stranieri.
Le stime dicono che in Toscana nel 2015 le presenze di italiani in seconde case, appartamenti affittati senza registrazione, sono state circa 24 milioni, con una spesa media intorno agli 85 euro a notte. Per quanto riguarda invece i pernottamenti degli stranieri, secondo Banca d’Italia si contano 38.332 milioni di presenze nel 2015, mentre i dati ufficiali della Regione Toscana parlano di 22.264 milioni, per una differenza di oltre 16 milioni, per una spesa media di 106 euro stimata da Banca d’Italia.
“Non è possibile che in Toscana solo il 52% dei non residenti pernotti in albergo contro l’84,1% del Lazio e il 79% dell’Emilia Romagna”, accusa Federalberghi. Per questo motivo è necessaria “una regolamentazione di tutto l’extralberghiero, un maggior controllo da parte delle istituzioni, un registro delle imprese, il tutto a tutela anche dei clienti”, spiega Paolo Corchia, presidente regionale Federalberghi.
E all’indice finisce ancora una volta Airbnb. Secondo i dati, la Toscana sarebbe la prima regione in Italia per numero di alloggi affittati su Airbnb, quasi 27 mila, di cui solo a Firenze 5.775, per oltre 8.500 posti letto, riporta la stampa locale.
Ma non basta. Perché se le case in regola sono solo 550, il 90% non paga la tassa di soggiorno, “per un’evasione complessiva di circa 10 milioni di euro l’anno”, aggiunge Corchia.