Per colpa del vento “Killer”, rischia di non aprire l’aeroporto di Sant’Elena, la piccola isola dell’Oceano Atlantico dove Napoleone morì in esilio. Inizialmente prevista per febbraio 2016, dopo alcuni rinvii è al momento stata accantonata a seguito dei risultati dei test di sicurezza: gli aerei non possono atterrare a causa dell’imprevedibilità del vento. Al momento infatti il Boeing 737-800 della British Airways-Comair destinato a servire il collegamento tra Sud Africa e isola dovrà rinunciare a volare: il massimo di 120 passeggeri e il carico ridotto imposti dai tecnici non sono stati sufficienti a garantirne l’atteraggio, e ora si guarda a jet molto più piccoli.
I tecnici si stanno arrovellando su come battere il wind shear, le raffiche di vento con cambiamenti improvvisi e imprevedibili di velocità e direzione, che impazza sui dintorni della pista per i velivoli passeggeri che atterrano da nord. Ma anche il piano B, che prevedeva l’atterraggio dalla parte opposta della pista sembrerebbe impraticabile. Per l’aeroporto, che consentirebbe ai 4.100 abitanti di poter viaggiare verso il continente africano in poche ore, anziché quattro giorni via mare, sono stati spesi più di 300 milioni di sterline. Questo nonostante il Governo sia stato avvertito dei rischi già ai tempi dell’ideazione del progetto. E un’indagine del quotidiano inglese Daily Mail rivela che ora i contribuenti britannici rischiano di pagare 6 milioni di sterline l’anno per mantenere un servizio di barche tra Sant’Elena e Città del Capo, mentre il DFID, Dipartimento per lo sviluppo internazionale, dovrebbe pagare a una filiale della British Airways ulteriori 6 milioni di sterline per coprire la perdita, e gli isolani che hanno investito in alberghi e attrazioni in previsione di un boom turistico.