Laghi italiani: per Legambiente il 60% ha valori fuori legge

Su 101 punti campionati complessivamente, ben 62 hanno mostrato una concentrazione di batteri fecali superiori alla norma

Soprattutto in tempo di crisi, i laghi sono una destinazione turistica importante, perfetta per short break ma anche per semplici giornate all’aria aperta. Ma in che stato di salute si trovano i nostri bacini lacustri? Ha cercato di rispondere alla domanda la Goletta dei Laghi, iniziativa di Legambiente che ha previsto 11 tappe, 10 regioni attraversate e oltre 100 punti campionati. In base ai dati raccolti, è complessivamente negativo l’esito del monitoraggio scientifico svolto dai tecnici del laboratorio mobile in 12 laghi: Iseo, Lario, Varese, Ceresio Maggiore e Garda in Lombardia, la sponda del Maggiore in Piemonte e quella del Garda in Veneto, Bolsena, Bracciano, Albano e Vico nel Lazio, Trasimeno e Piediluco in Umbria. Su 101 punti campionati complessivamente, ben 62 hanno mostrato una concentrazione di batteri fecali superiori alla norma, 39 in misura tale da risultare fortemente inquinati.

Tra i più critici sono risultati i bacini della Lombardia, con 38 punti su 58 oltre i limiti di legge. Per migliorare la situazione, il primo e fondamentale passo indicato dall’associazione ambientalista è quello di investire nelle infrastrutture fognarie e depurative. A questo scopo Legambiente ha presentato il dossier #salvaacque che raccoglie alcune delle opere più urgenti per migliorare la qualità degli specchi di acqua dolce in Lombarda.

Ma non mancano gli esempio virtuosi, anzi virtuosissimi. È il caso di veri e propri presidi ecologici come i Pantani di Lentini e Gelsari in Sicilia, il lago di Porta in Toscan e i bacini della Sila in Calabria