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L’Alto Adige vuole un aeroporto. E pensa al referendumERT

Arno Kompatscher, presidente della provincia autonoma di Bolzano

Per decollare il turismo in Alto Adige ha bisogno di un aeroporto. Ne è convinto Arno Kompatscher, presidente della provincia autonoma di Bolzano, deciso a indire un referendum che deciderà se e come procedere ai lavori di ampliamento e ripristino dell’aeroporto di Bolzano.

“Da Germania e Italia abbiamo spremuto quasi tutto e i due Paesi insieme rappresentano circa l’88% degli arrivi. Il futuro è più lontano: Francia, Russia, Inghilterra”.

La visione, inutile dire, è confortata dai dati. In base alle rilevazioni della provincia di Bolzano, in Alto Adige ci sono sempre meno pernottamenti: -6% degli italiani ma anche -0,4 dai tedeschi. Se i nostri connazionali sono stabili negli arrivi, tedeschi e svizzeri fanno registrare un 2,5% in più, ma è difficile pensare di poter ottenere molto di più. Ottimi invece i segnali dal mercato inglese che fa registrare un + 12,1%. Turisti particolarmente graditi, questi da oltremanica, visto che in alto Adige sono in assoluto quelli che spendono di più. E poi 20% in più dall’Asia, sempre nell’ultimo anno, e quasi il 12% in più anche dalla Russia.

Ma come fare ad attirare questi flussi, senza un aeroporto? «Già adesso – dice Kompatscher – nelle grandi città si comprano meno auto e sempre meno giovani hanno la patente. Quando si sceglie una meta, innanzitutto si verifica che ci siano bei treni e buoni aeroporti, insomma che la meta sia facilmente raggiungibile». A tutto questo, ovviamente, si aggiunge il fattore ambiente, che la sola A22, con milioni di auto in transito, non è certo in grado di tutelare al meglio.