Delta, American e United Airlines hanno chiesto alla Casa Bianca un “ridimensionamento” degli Open Skies, i trattati che permettono alle compagnie aeree del mondo di operare nei cieli e negli aeroporti a stelle e strisce. Negli ultimi trent’anni, il governo Usa ha siglato oltre 100 accordi di Open Sky con altrettanti paesi del mondo, nell’ottica di rimuovere le restrizioni internazionali relative al traffico aereo. A tutto vantaggio dei passeggeri, che possono beneficiare di una maggiore concorrenza e quindi di più offerta e migliori tariffe.
In prima battuta, i tre vettori americani si sono schierati contro le aerolinee del Paesi del Golfo. In un corposo documento presentato a Washington, le direzioni di Delta, American e United richiedono la revisione degli accordi di volo “Cieli aperti” con le nazioni del Golfo, in particolar modo per le compagnie Emirates, Etihad e Qatar Airways, che stanno assorbendo fette del mercato americano dalle proporzioni per loro preoccupanti.
L’ansia, però, si è estesa anche a compagnie più vicine, quali l’europea Norwegian Air International, “accusata” di voler proporre tariffe low cost troppo competitive.
La guerra dei cieli, a colpi di tariffe, servizi, connettività e network, si fa sempre più serrata.