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L’Etoa chiede all’UE di accelerare sulla riforma dei visti per l’area SchengenERT

L’Etoa, European Tourism Association, preme sull’UE e sugli stati membri per portare avanti la riforma dei visti dell’Area Schengen, ferma dal 2014 in Commissione.

Il Ceo di Etoa, Tom Jenkins, fa appello direttamente al nuovo presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani: “Ci congratuliamo per la sue recente elezione e speriamo che il parlamento vorrà andare avanti su questo tema. Il turismo crea occupazione, specialmente per i giovani. Queste riforme furono proposte nel 2014 e ora siamo nel 2017: se l’Unione Europea è seria sulla creazione di nuovo lavoro, allora deve essere seria anche sulla riforma dei visti”.

Secondo l’Etoa l’area Schengen è stata fino ad oggi un successo per il turismo: con un solo visto turisti che provengono da mercati come India e Cina possono attraversare 26 Paesi diversi. Oggi però è necessaria una riforma per andare incontro alle differenti aspettative di mercato per facilitare il turismo di lungo raggio e lo sviluppo di prodotti turistici che comprendano la visita di più nazioni.

I problemi su sicurezza e migranti – prosegue l’Etoa – vanno di pari passo con l’evoluzione della riforma ed è necessario separare il trattamento dei visti concessi per motivi umanitari dalle facilitazioni per l’area Schengen date ai turisti.

Secondo István Ujhelyi, membro della commissione trasporti e turismo al Parlamento Europeo e della delegazione per i rapporti con la Cina: “L’Europa ha bisogno di ulteriori miglioramenti al processo di concessione dei visti Schengen e di una maggiore collaborazione tra gli Stati Membri. Il 2018 sarà l’anno europeo del turismo UE – Cina e l’Unione deve essere nella posizione di rispondere a queste sollecitazioni. Mi appello ai colleghi del Parlamento e agli Stati membri, in particolare quelli che non hanno abbastanza risorse per fornire servizi consolari adeguati nei mercati chiave per il turismo europeo, affinché sostengano le proposte della Commissione. La questione vitale di una risposta Europea al fenomeno delle migrazioni e delle crisi umanitarie non deve danneggiare le misure pensate per promuovere il turismo”.