Parte oggi l’opa di Bonomi sul Club Med. Dopo che il fondo di private equity francese Ardian e la conglomerata cinese Fosun International hanno alzato bandiera bianca, lasciando campo libero alla Global Resorts di Andrea Bonomi. Lo hanno comunicato al mercato in un comunicato congiunto, anhe se hanno tempo fino al 12 settembre per un eventuale rilancio. Al momento però il padrone el campo è il finanziere milanese che, con i 21 euro ad azione offerti, ha battuto di gran lunga la proposta da 17,5 euro ad azione delle JV franco-cinese.
L’offerta riguarda 32,3 milioni di titoli, pari al 90,08% del capitale, e le azioni che saranno emesse con la conversione del bond Ocean. La Strategic holdings, che fa capo alla Bi-Invest di Bonomi, possiede il restante 9,92% rastrellato dallo scorso marzo allo scorso maggio.
Oltre che dalla famiglia Bonomi l’Opa da 790 milioni di euro che dovrebbe iniziare il 18 agosto e concludersi il 19 settembre, verrà appoggiata finanziariamente dal miliardario albergatore sudafricano Sol Kerzner, da Brasil hospitality e dai manager di PortAventura, oltre che dai 240 milioni investiti dagli sitituti di credito Unicredit e IntesaSanPaolo.
Vi saranno infine 150 milioni di nuovi investimenti, oltre a quelli previsti a piano. Un piano che non a tutti, anche nel cda dell’operatore, piace, a partire dal presidente Henri Giscard d’Estaing. Ma Bonomi si è assicurato l’appoggio di Serge Trigano, il figlio de creatore del Med, Gilbert Trigano, che sarà vice presidente non operativo, grazie a Matthieu Pigasse, capo di Lazard, advisor con Unicredit dell’operazione, e dall’uomo d’affari Stéphane Fouks. Un piano che vedrà 25 nuovi villaggi in Europa, in Usa e in Cina, ma con una virata dal lusso puro del 5 Tridenti che verramnno comunque mantenuti, al modello 3 Tridenti, quello che aveva fatto il successo del Club.
Oltre che dalla Strategic Investiments di Bonomi, da Ardian e Fosun, l’azionariato del Club Med è composto per il 12,3% complessivo del capitale da investitori istituzionali esteri, per il 9,3% da investitori istituzionali francesi, per l’1,8% da Air France, per il 6,7% da Ubs, per il 2 % dai Benettone pe ril 5,2% da Credit Suisse. Una buona plus valenza per tutti quanti.