MSC Crociere e fisco: “Andate a rileggervi i trattati con la Svizzera”

La reazione ufficiale di MSC Crociere arriva quando la giornata si avvia alla conclusione e può dirsi indignata dopo che dalla mattinata, il tam tam aveva rilanciato la notizia dello sbarco della Guardia di Finanza nella sede napoletana della società di Gianluigi Aponte. Una reazione chiara ed un altrettanto chiaro invito ad andare a rileggersi in trattati internazionali. Quelli con la Svizzera in particolare.

In mattinata, MSC Crociere era andata a sbattere contro lo scoglio del fisco italiano quando i finanzieri sono entrati nei suoi uffici partenopei per notificare due decreti di sequestro preventivo di beni per un valore di 33,3 milioni di euro nei confronti di Pierfrancesco Vago, ad protempore della Msc Crociere S.A. di Ginevra spa e Francesco Zuccarino, presidente del cda della MSC Crociere spa di Napoli. Con l’accusa di omessa dichiarazione dei redditi nei confronti del primo e dichiarazione infedele per il secondo. La cifra sequestrata, di 33,3 milioni, copre fino al valore delle imposte ritenute evase ed è stato eseguito nei confronti dell’amministratore della società ginevrina dopo l’accertamento dell’esistenza, presso la sede della MSC Crociere di Napoli – secondo quanto sottolineato dal procuratore aggiunto della Repubblica, Fausto Zuccarelli – di una “stabile organizzazione occulta della citata MSC Crociere S.A. che non ha dichiarato redditi realizzati nel territorio nazionale per circa 38 milioni di euro cui corrispondono imposte dirette evase per oltre 10,7 milioni”.

MSC Crociere: operato secondo convenzioni
A qualche ora di distanza, arriva la ferma condanna della Compagnia di Aponte per l’azione subita dal fisco italiano. Una reazione che sottolinea come le contestazioni avanzate alla società ed ai due manager siano “del tutto infondate e in palese dispregio delle norme internazionali, relative in particolare al settore marittimo”. Il gruppo ha difeso la correttezza del proprio operato, confermando “di aver avviato con totale trasparenza e collaborazione le opportune interlocuzioni con le autorità fiscali competenti al fine di chiarire la propria posizione e ottenere il rispetto da parte delle suddette autorità competenti delle vigenti norme internazionali applicabili”. In particolare, MSC Crociere contesta la mancata osservanza di alcune convenzioni, soprattutto quella fiscale in vigore tra Italia e Svizzera “che per evitare le doppie imposizioni prevede espressamente che – contrariamente a quanto stabilito per una qualunque attività d’impresa – i redditi che una società svizzera consegue specificamente dal trasporto marittimo internazionale siano tassati esclusivamente nella Confederazione elvetica indipendentemente dall’esistenza o meno di una stabile organizzazione in Italia. Tale norma è conforme al modello di convenzione internazionale dell’OCSE applicato sistematicamente dagli Stati nei loro trattati bilaterali per evitare la doppia imposizione”.

I dubbi della Procura sull’asse Ginevra-Napoli
L’origine delle contestazioni della Procura napoletana risiedono nella modifica oggetto sociale (da tour operator a intermediario dei trasporti) di MSC Crociere spa con sede a Napoli, avvenuta nell’ottobre 2006. L’azienda aveva trasferito ‘l’attività di organizzazione e vendita di pacchetti di crociere alla società ginevrina MSC Crociere S.A., ma, si contesta, mantenendo le stesse funzioni sino ad allora svolte con riferimento all’organizzazione e vendita di crociere nel territorio italiano”.
“Presso la sede napoletana della Msc Crociere spa – sostiene Zuccarelli – è rimasta invariata, nonostante la modifica dell’oggetto sociale, la struttura organizzativa esistente prima della ristrutturazione del 2006 e quindi la società ha continuato ad operare – in forza di appositi contratti stipulati con la Msc Crociere S.A. di Ginevra – con gli stessi precedenti compiti gestionali e amministrativi in modo tale da risultare una vera e propria ‘sede di direzione, ossia una stabile organizzazione occulta della società svizzera”.

Il sequestro eseguito nei confronti del presidente del consiglio di amministrazione della società napoletana MSC Crociere spa, sottolinea la Procura di Napoli, “scaturisce dalla relativa verifica fiscale conclusa dal locale nucleo di Polizia tributaria che ha consentito di accertare che la società, allo scopo di ridurre indebitamente i redditi da assoggettare a imposizione nel territorio italiano, ha sottofatturato le prestazioni di servizio rese nei confronti della società ginevrina MSC Crociere S.A., dalla quale è di fatto controllata in virtù di particolari vincoli contrattuali, benchè il suo capitale sociale sia interamente detenuto dalla Marinvest srl, che a sua volta è controllata al 99,9% da due società dell’isola di Man”. Secondo Zuccarelli, sulla base di tali fatti, in applicazione della specifica disciplina tributaria in materia di rapporti commerciali con società controllanti estere, gli imponibili delle prestazioni di servizio in esame sono stati rivalutati al ‘valore normale’, così constatando una maggiore base imponibile ammontante complessivamente, per gli anni dal 2007 al 2012, a oltre 75 milioni di euro. “A carico della medesima Msc Crociere spa – sostiene ancora la nota della Procura – sono stati inoltre accertati costi indeducibili, perché non inerenti, per circa 2,6 milioni di euro, relativi a un’aliquota di personale stabilmente ed esclusivamente impiegata per curare la contabilità della società svizzera MSC Crociere S.A. Le imposte dirette complessivamente evase della MSC Crociere spa ammontano a oltre 22,6 milioni di euro”.

La risposta di MSC Crociere, come detto, è stata dura e puntigliosa nel mettere in evidenza i motivi che portano a “contestare le contestazioni”. La battaglia è cominciata, non si può prevedere quanto sarà lunga ma è facile intuire che sarà combattuta a colpi di codici internazionali.