Rivoluzione nell’organizzazione dei musei statali italiani. Con la firma al cosiddetto “decreto musei”, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini ha dato vita al sistema museale italiano fatto di 20 musei autonomi e di una rete di 17 Poli regionali. Il sistema dovrà favorire il dialogo continuo fra le diverse realtà museali pubbliche e private del territorio per dar vita ad un’offerta integrata al pubblico.
Nei musei dotati di autonomia speciale la direzione sarà affidata con un bando internazionale già nei primi mesi del 2015. I nuovi direttori saranno ricercati tra i massimi esperti in materia di gestione museale e saranno soggetti a procedure molto rigide di selezione da parte di una commissione composta da esperti. “L’Italia volta pagina. Grazie a questo significativo cambiamento dell’organizzazione del sistema museale e al forte investimento sulla valorizzazione che ne consegue, il patrimonio culturale torna ad essere al centro delle scelte di governo”, ha commentato Franceschini.
Con il decreto musei, spiega il Ministero in una nota ripresa da Askanews, si avvia una riforma che punta a rafforzare le politiche di tutela e di valorizzazione del nostro patrimonio dando maggiore autonomia ai musei, finora molto limitati nelle loro potenzialità. Viene riconosciuto il museo, fino ad oggi semplice ufficio della Soprintendenza, come istituto dotato di autonomia tecnico scientifica che svolge funzioni di tutela e valorizzazione delle raccolte assicurandone e promuovendone la pubblica fruizione. I nuovi direttori dei musei elaboreranno inoltre i progetti di valorizzazione per consentire un’immediata messa a gara dei servizi aggiuntivi in tutti i musei statali.