Quanto costa un taxi per lo spazio? Bisogna chiederlo alla Nasa, che ha recentemente aperto il mercato spaziale americano ai privati. Obiettivo: costruire delle navette con cui lanciare, dopo il ritiro dello storico Shuttle, astronauti dal suolo Usa, evitando di dover “chiedere aiuto” alla Russia e alle sue vecchie ma pur sempre valide Soyuz.
Di turismo spaziale si parla da anni ed ora sembra ci sia un rinnovato interesse, complice anche il successo recentissimo della sonda europea Rosetta e della sua Philae, che è già diventata con i suoi messaggi la star di Twitter. Le navette in lizza finora che si contendono un contratto della Nasa da 6,8 miliardi di dollari comunque sono la Dragon della società Space X e la Cst-100 di Boeing.
Lo spazio ha risvegliato anche i consistenti appetiti di Google, che ha affittato per 200 milioni di dollari e per 60 anni un campo d’aviazione della Nasa nei pressi del suo quartier generale nella Silicon Valley. Il colosso di Mountain View intravede possibilità di business nella commercializzazione dei risultati delle missioni scientifiche in orbita o nell’uso delle infrastrutture spaziali a terra.
E in Italia? Più che turismo, ahimé, siamo forti in telecomunicazioni come ha spiegato a “La Stampa” Elisio Giacomo Prette, presidente e Ad di Thales Alenia Space Italia: “L’Osservazione della Terra vede l’Italia come Paese tecnologicamente leader grazie alla costellazione duale, cioè civile e militare, dei satelliti Cosmo SkyMed. Questo settore apre al nostro Paese, alle aziende italiane, un nuovo importante canale export con le immagini che arrivano dai satelliti Cosmo, oltre a ricadute occupazionali di rilievo, basti pensare solo ai 400 posti di lavoro garantiti oggi su questa costellazione”. Le immagini del nostro pianeta vengono registrate con tecnologie ottiche che lavorano con la luce solare, come i rilievi fotografici utilizzati da Google Maps, mentre la nuova frontiera tecnologica riguarda le immagini radar disponibili 24 ore su 24, sia di giorno sia di notte. Ed è la tecnologia radar dei satelliti italiani Cosmo SkyMed che produce immagini richieste da altri Stati, “E sono immagini – conclude Prette – usate anche in questa ultima, grave emergenza maltempo sulle aree alluvionate in questi giorni in Italia”.