Padova punta (anche) sul cicloturismo per incrementare l’offerta vacanziera della città e della sua provincia. Non per nulla nella Città del Santo si tiene ogni anno Expobici, una rassegna ciclistica che richiama più di 50.000 visitatori in 3 giorni, a fine settembre di ogni anno. Padova e il Veneto contribuiscono sul piano economico a tenere vivo questo settore con la produzione di un terzo delle biciclette nazionali e della componentistica e ospitando il 30% delle aziende bike, ma siamo ancora lontani dalle cifre che riguardano altri Paesi europei come l’Olanda, ospite d’onore a Expobike con la città di Zwolle, la città più ciclabile d’Europa nel 2014. L’Olanda ha 18 milioni di biciclette per 16 milioni di abitanti, contro i nostri 28 milioni, per 60’ milioni di abitanti.
Sempre dall’Olanda arrivano numeri che fanno girare l’economia e fanno gola alla città di Padova: i ciclisti in Olanda muovono un capitale di 750 milioni di euro all’anno, contro i 20 milioni di investimento spesi dal governo olandese fra il 2007 e il 2010 per la realizzazione di piste ciclabili, segnaletica e parcheggi. In più gli olandesi spendono 1,4 miliardi di dollari per l’acquisto di biciclette e se ne esportano un milione all’anno. In Italia il 2013 ha visto un calo nell’acquisto di biciclette del 4% ma è aumentata l’esportazione del 40%. L’Italia si conferma, infatti, il primo produttore di biciclette in Europa con 2.671.200 pezzi, soprattutto di taglia piccola. Padova, con 63 aziende che fabbricano biciclette è la prima in Italia dopo Vicenza 57 e Cuneo 44. Sono in aumento, invece, le e-bike, le biciclette assistite: 51.400 nel 2013 contro le 46.000 del 2012 rispetto alle 800 auto elettriche vendute .
Padova, quindi, si candida a città della bici ed entra a far parte della rete escursionistica veneta che ha superato i 1400 chilometri di piste ciclabili, che comprendono, per citare le più competitive, la ciclovia lunga delle Dolomiti, 50 chilometri nel Cadore tra Cimebianche e Calalzo passando per Cortina, l’Anello dei colli euganei, 63 chilometri tra Padova e Monselice, Este e Montegrotto, l’Anello della Donzella, all’interno del parco del Po, nel Trevigiano il Girasile, l’itinerario delle isole di Venezia, la ciclovia del fiume Mincio, tra Peschiera e Mantova, i paesaggi del Palladio a Vicenza tra il fiume Bacchiglione e i monti Berici. Ma la pista che fa schizzare verso l’alto l’interesse dei cicloamatori è la Treviso Ostiglia, un percorso dedicato che corre lungo i binari della ferrovia militare ormai in disuso e che dovrebbe integrarsi nella rete di piste ciclabili fino a Trento, lungo il Garda e al Po. E’ sul più lungo fiume d’Italia, infatti, che scorre il progetto Vento, ora anche un film per la regia di Pino Pace, una ciclabile da Venezia a Torino, di 680 chilometri lungo le sponde del Po, progettata e sperimentata da un team di appassionati del Politecnico di Milano, con in testa il suo ideatore l’ingegner Paolo Pileri, professore di progettazione e pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano. Con in testa anche l‘idea di risalire lungo i navigli di Milano per arrivare all’Expo. Un appello che potrebbe segnare la svolta negli obiettivi strategici della manifestazione milanese. Chi lo coglierà?