Al consueto Faccia a Faccia di Giovanni Minoli a Mix 24, sulla Radio del Sole 24 Ore, Ernesto Preatoni, “il più grande imprenditore del turismo italiano…fuori dall’Italia” lo presenta il conduttore, si lancia contro le politiche economico-fiscali del paese, auspica un ritorno all’euro e attacca la Farnesina per lo sconsiglio su Sharm: “Forse i servizi segreti russi e inglesi sono peggio di quelli italiani, ma là lo sconsiglio su Sharm non c’è – commenta acido Preatoni -. In Europa c’è anche in Germania, ma lì vi è in atto anche un movimento contrario. In Italia nulla”.
Italia che ha fatto alontanare Preatoni per “la troppa burocrazia, le troppe tasse e l’impossibilità di licenziare. Non si può fare impresa in questo paese” insiste. Perciò dopo aver creato Sharm, racconta: “andai a Eilat, poi a Hurghada e a Berenice, ma decisi che la punta del Sinai era il posto migliore: vicino, con un mare stupendo e vivibile 12 mesi all’anno”, ha investito nei paesi Baltici, in Russia “con 7 progetti di cui uno finito, 1 quasi e gli altri cinque da terminare. Abbiamo anche un progetto di un grattacielo a Dubai e sto guardando con interesse al Myanmar”.
Un ritorno in Italia ad oggi è impensabile: “bisognerebbe innanzitutto uscire dall’euro – tuona Preatoni -. Perché le possibilità ci sarebbero. Unire qualche catena italiana decotta e formare un gruppo di 130-150 alberghi forte. Impensabile però come qualcuno ha vagheggiato di creare una Sharm nel Sud Italia o in Sicilia – commenta Preatoni -. Perché lì la stagione non dura certamente 12 mesi”. Inoltre ricorda che se si vuole il turismo balneare, “non si può costruire a due chilometri dalla spiaggia come voleva Soru”. Insomma Pretoni, genio della Borsa e dell’Immobiliare dalla milanese Garbagnate, ormai vive tra i paesi dell’Est, quelli arabi e…spesso sugli aerei; “ho fatto tanto nella mia vita (tra cui ha avuto anche 3 mogli e 7 figli, ndr) grazie anche al fatto di essermene andato dall’Italia. E se fossi nato negli Stati Uniti avrei fatto di più. Ma se Warren Buffet fosse nato in Italia non avrebbe fatto nulla” chiosa amaramente l’imprenditore ormai stabilmente all’estero.