Se la Cgil prova a far muro, il ministro dei trasporti e delle infrastrutture Maurizo Lupi e il presidente della Ferrari (e in pectore della stessa Alitalia?) Luca Cordero di Montezemolo, rispondono laconicamente: “Non c’è nessuna alternativa per Alitalia, se non l’alleanza con Etihad”. “O Ethiad o per Alitalia sarà il baratro” ha detto senza mezze parole Lupi ieri all’assemblea di Federchmica di Milano, dove ha sottlineato “la grande responsabilità che i sindacati hanno avuto fino ad oggi” lanciando però loro un appello “orae sanno molto bene che ci sono due opzioni: un grande piano industriale di rilancio che porterà Alitalia a essere tra le prime compagnie del mondo e un sistema aeroportuale italiano più forte o, semplicemente, il baratro”.
Luca Cordero di Montezemolo al Financial Times Online aveva invece sottolineato come Gli ultimi quattro anni sono stati molto brutti per Alitalia. Non importa chi sia il proprietario . Quello che è cruciale per italiani, turisti ed imprenditori è avere una compagnia competitiva che li porti ovunque”. Una compagnaia che lui stesso ha coinvolto nel salvataggio di Alitalia, come lo setto Financial sottolinea sin dal titolo dell’articolo, Luca Cordero di Montezemolo sostiene Etihad per salvare Alitalia.
Montezemolo continua a smentire le indiscrezioni sulla sua possibile candidatura a presidente di Alitalia, e precisa di considerarsi solo un facilitatore. Egli stesso racconta come l’allora presidente del consiglio Enrico Letta lo scorso anno gli chiese di usare i suoi contatti con Abu Dhabi per sondare Etihad, sponsor della Ferrari nella Formula Uno, e compagnia del paese dove esiste il primo, e per ora unico, Ferrari World al mondo.
Sempre all’assemblea dei chimici, il commissiario Ue all’Industria in uscita, Antonio Tajani, spiega che per Air France-Klm “non ci sono possibilità di contestare l’accordo con Etihad. Ognuno può presentare i documenti che vuole, ma finchè la maggioranza del pacchetto azionario rimane in Europa non mi pare che ci sia nulla di contrario alle regole europee. In questo caso di tratta di una compartecipazione ad una società in cui la maggioranza è in mano all’Europa e in questo caso all’Italia”, fatto per di più tra due soggetti privati. E che dire allora della decisione presa direttamente dallo stato frnacese di vendere Alstom gli staunitensi di GE invece che ai tedeschi di Siemens e ai giapponesi di Mitsubishi Heavy Industries? E anche qui si tratta di aziende private…