“Con la vittoria del no al referendum costituzionale abbiamo perso ancora una volta” scrive in una nota Federturismo Confindustria, “l’occasione per ristabilire, attraverso la revisione del Titolo V, un equilibrio virtuoso tra centro e territori, per ridare al Paese una governance centrale sul turismo che da tanti anni stiamo aspettando e chiedendo e per ridurre l’attuale, enorme, spreco di risorse (oltre 600 milioni annui di spesa di promozione da parte delle Regioni e delle migliaia di enti locali che si occupano a vario titolo di turismo). Una seria politica nazionale del turismo non può continuare a dipendere da 20 politiche regionali, da innumerevoli modelli di governance, tutti diversi quando non assenti, da inutili quanto dannose iniziative di promozione locali, da un uso distorto e scoordinato delle imposte sul turismo, come la tassa di soggiorno o dall’assoluta mancanza di standard comuni nella classificazione e nell’offerta.
Alla luce del periodo di incertezza politica che si apre oggi urge quindi trovare immediatamente soluzioni rapide e rimettere al centro dell’interesse nazionale il lavoro e la competitività. Le imprese del turismo chiedono inoltre un più efficace e rigoroso funzionamento della Conferenza Stato-Regioni, unico strumento oggi in grado di rispondere alle sfide e ai problemi che l’industria del turismo è chiamata ad affrontare”.