Reputation delle aziende: prima l’Islanda, Italia solo 32esima

    Reykjavík, Islanda (Wikipedia).
    Reykjavík, Islanda (Wikipedia).

    “Le Imprese Italiane si devono adeguare ai nuovi standard mondiali. La principali criticità sono nella gestione di carriere, stipendi e diversità”. Lo dice Davide Ippolito, CEO di Zwan, azienda specializzata in corporate reputation, che attraverso l’algoritmo del Reputation Rating, ha stilato l’annuale classifica delle imprese con la migliore Reputazione al mondo.

    In questa speciale classifica, che vede l’Islanda al primo posto, le imprese tricolori si collocano solo nella 32esima posizione, su 35 Paesi presi in esame. A seguire nel ranking troviamo Norvegia, Svezia, Nuova Zelanda e Svizzera, che compongono il primo quintetto dei 35 principali Paesi mondiali analizzati (si tratta di 4 nazioni europee su 5). La Gran Bretagna si posiziona al 12°, mentre gli Stati Uniti devono “accontentarsi” del 21° posto. Non sorprendono, invece, le altre prime posizioni, che dalla 6° in poi sono occupate da Paesi dove l’innovazione e la qualità della vita sono caratteristiche consolidate: Finlandia, Danimarca, Germania, Olanda, Canada.

    Nello studio, che prende in esame il triennio 2017-2020, sono stati presi in esame i differenti aspetti che compongono la Reputazione, non unicamente intesa come immagine del brand percepita dai propri stakeholder.

    “L’Italia, purtroppo, è risultata essere quasi fanalino di coda al 32° posto, registrando performance negative in gestione delle carriere, stipendi medi e gestione delle diversità. Invece, tra i parametri più positivi sembra esserci la percezione della qualità dei prodotti Made-in Italy, per la quale l’Italia si posiziona al 7° posto tra i 35 analizzati. C’è molto da lavorare anche per quanto concerne la qualità dell’ambiente di lavoro, dove l’Italia ricopre il 28° posto. A stupire, però, è la posizione degli Stati Uniti, solo 21°, principalmente a causa del Gender Gap e del Work-life balance, asset che hanno controbilanciato di molto in negativo le performance positive riscontrate per le altre caratteristiche”, ha concluso Ippolito.