“Non limita il traffico, non garantisce sicurezza e approfitta della fiducia dei giovani”. Sono alcune delle motivazioni con cui il Tribunale di Milano ha rigettato il ricorso presentato da Uber sull’inibizione del servizio Uber Pop, bloccato in tutta italia dal 10 giugno scorso.
Il blocco dell’applicazione diventa dunque definitivo. Uber aveva chiesto in prima battuta la sospensione dell’inibitoria, già bocciata la settimana scorsa. Oggi è stato respinto anche il reclamo nel merito, confermando che il servizio fa concorrenza sleale ai taxi.
Tra le motivazioni, riporta Repubblica, si legge: “Uberpop non vale a limitare in alcun modo l’inquinamento o la concentrazione del traffico” anche perché “la clientela del servizio probabilmente in mancanza di Uber si rivolgerebbe ai mezzi di trasporto pubblico di linea ovvero all’uso di biciclette o city cars”.
Nella sentenza si parla anche di “ragioni di sicurezza del consumatore” che il servizio non garantirebbe poiché permette a chiunque di fare il driver anche senza licenza.
Inoltre secondo i giudici, “il sistema dei prezzi di Uber Pop non ha regole predeterminate e trasparenti ed anche questo elemento non va certo a vantaggio dei consumatori”.
Per finire “Approfitta della fiducia dei giovani” a cui, sostiene il collegio dei giudici, “non vengono fornite informazioni né sullo stato dell’auto né sulla persona che sarà alla guida” e diventa “ancora più facile per alcuni approfittare della fiducia ingenuamente riposta nella sicurezza del sistema stesso e nell’affidabilità del conducente”.
Insomma, vittoria piena per i tassisti a cui si aggiunge, nella stessa giornata un’altra notizia riguardante Uber Black, il servizio di noleggio auto con conducente: è stato infatti accolto il ricordo del Comune di Milano contro l’annullamento di una multa a un driver del servizio. L’autista era accusato di non aver rispettato il regolamento che prevede che gli Ncc partano dalla propria rimessa per effettuare il servizio a cui sono abilitati.
La multa era stata annullata da un giudice di pace mentre oggi il giudice del tribunale civile Anna Cattaneo l’ha riconfermata sottolineando che “lo smartphone non è una rimessa e Uber non è la segretaria che passa le chiamate”. Per questo motivo “Il sistema di noleggio con conducente nelle città in cui è operativo il servizio di taxi non può effettuarsi con le modalità della applicazione introdotta da Uber, che lo assimila al servizio di radio-taxi”.