L’ospitalità italiana è da record. Con 325 mila punti ristoro e un fatturato da 51 miliardi di euro all’anno, l’Italia è al primo posto nel mondo per quantità e qualità dell’offerta. La conferma arriva dalla ricerca Ristorazione, lusso e territorio: Drivers dell’italian way of living, promossa da HostMilano e condotta da Magda Antonioli, direttrice del Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi, e Sara Bricchi, ricercatrice MET Bocconi.
Con circa 51 miliardi di euro nel 2014, di cui il 40% riconducibile ai soli ristoranti, secondo lo studio le imprese italiane rappresentano da sole quasi un settimo di tutto il fatturato del settore nella Ue-28 (375 miliardi), e più di un decimo di tutto il valore aggiunto, il 37,4% (18 miliardi di euro su 152), è dovuto ai ristoranti.
Ma in Italia, se sono più di 170.000 (53,1%) i ristoranti, sono tante anche le attività di ristorazione mobile, a conferma della crescita del fenomeno street food. Di cui il 64,3% sono attività con somministrazione, pari a circa 111 mila imprese. La regione che concentra più ristoranti è la Lombardia (15,4%) seguita da Lazio (10,9%) e Campania (9,4%). Podio che si ripete anche nello street food, con in testa la Lombardia (13,9%), seguita ancora una volta da Lazio (11,3%) e Campania (9,3%).
Inoltre, così come nell’imprenditoria italiana in generale, anche nel settore ristorazione dominano le pmi, realtà con un numero medio di dipendenti pari a 5,6, per un totale di 376 mila occupati.
Sempre secondo la ricerca, riferisce Ansa, Milano è la città con la concentrazione più elevata di ristoranti di qualità: sui 4.685 ristoranti censiti 215 sono citati nelle guide Michelin, L’Espresso e Gambero Rosso.