Sembra proprio una frattura insanabile. Marchionne a distanza di meno di 50 chilometri, attacca a mezzo stampa e Montezemolo risponde. Sembra ormai quasi certo l’addio del manager ai vertici del Cavallino Rampante e, quindi, la sua entrata nella nuova Alitalia. Ma la cronaca ci consegna un Montezemolo amareggiato che, alle parole di Marchionne, sì quello che pontifica sulla situazione italiana ma che è residente in Svizzera, sposta la sede di una delle maggiori industrie italiane in Olanda e si quota a Wall Street, risponde con “alla mia guida abbiamo riportato la Ferrari a vincere in Formula Uno (con Michael Schumacher nel 2000, ndr) dopo 21 anni. La Mercedes l’ultimo titolo lo ha vinto nel 1955″. E snocciola il suo palmares alla guida di Maranello: 14 titoli mondiali, di cui 8 costruttori, e 118 vittorie nei Gran premi.
Proprio Montezemolo prese in mano la Ferrari in un momento dei più bui del gruppo torinese, quando alla morte di Umberto Agnelli, nel 1984, l’allora amministratore delegato del Lingotto, Giuseppe Morchio, tentò di prendersi l’azienda. Ma non ci riuscì e venne allontano. Questa volta, invece, sembra che a vincere sia l’ad del Lingotto o come si chiamerà la nuova sede di Fca ad Amsterdam: “È finita un’epoca – avrebbe confidato ieri – la verità è che ormai la Ferrari è americana. Diventerà come la Lamborghini”. Con magari alla guida un manager italo-Canadese. Che, però deve stare attento: uno dei principali sponsor delle vetture del Cavallino Rampante è Etihad Airways, che pompa milioni di petrodollari nelle casse di Maranello. E chi sarà il nuovo presidente della neo-Alitalia targata Etihad?