Fa luce sui numeri dell’incoming in Italia la ricerca di Ciset-Confturismo “Il turismo organizzato incoming“, presentata a Roma nella sede dell’Enit da Alberto Corti, responsabile del settore turismo di Confcommercio. Dallo studio emerge che il turismo incoming organizzato vale l’11,1% del totale degli arrivi nel nostro Paese, ovvero circa 5 milioni e 400mila, e il 18,8% della spesa turistica degli stranieri in Italia, più di 5 miliardi e 700 milioni di euro, con una crescita rispettivamente dell’1,2 e del 5% rispetto al 2008. Il fatturato lordo generato è stimato in 7,8 miliardi di euro: di questa cifra, però, restano in Italia “solo” 4,7 miliardi, il 59,7% del totale.
Quanto alla nazionalità, i turisti piú numerosi sono gli americani (16,2% del totale), seguiti da tedeschi (13,9%), britannici (13,4%) e austriaci (13,4%); ma il 2012 ha segnato anche un incremento del 22,2% dei russi e del 22% dei giapponesi. Il tipo di vacanza preferita è quella culturale, con circa il 60% delle preferenze, di gran lunga davanti ai soggiorni al mare (13,5% del totale) e a quelli al lago (5,6%). Il turista straniero che viene in Italia nel 2012 ha speso mediamente 1.054 euro per acquistare il pacchetto di viaggio (+3,8% rispetto al 2008) e, una volta in Italia, ha speso in media altri 388 euro, soprattutto per mangiare (42%) e per lo shopping (39,6%). La formula di pacchetto più gettonata è quella che comprende il viaggio verso e dall’Italia e l’alloggio (24%), ma il 17% dei turisti sceglie una proposta più ricca, che include anche i trasferimenti locali nel paese di origine e altri servizi, come gli ingressi alle attrazioni; solo il 7,7%, invece, sceglie una formula all inclusive (che, oltre ai trasporti, all’alloggio e agli altri servizi, comprende anche i pasti).