Italia.it è passato, finalmente, sotto la gestione dell’Enit. Con un netto taglio del 50% dei costi di gestione. Lo ha affermato il commissario Unico dell’ente Cristiano Radaelli, che afferma al convegno di inaugurazione del NoFrills di Bergamo: “dobbiamo passare dai canali tradizionali al web”. Per questo è stato chiamato un soggetto che di web ne mastica. E parecchio. “Dobbiamo digitalizzare il turismo in Italia che non vuol dire solo vendere le stanze online, e far sì che gli 800 mila euro che ad oggi prendono, ad esempio, la strada per Amsterdam (sede di Booking.com, ndr) sotto forma di commissioni rimangano in Italia, ma anche cambiare le modalità di fruizione del territorio, grazie a tablet e smartphone” commenta Stefano Ceci, Consigliere per il Turismo del Governo, nonché fondatore del gruppo GH incubatore di startup digitali nel settore turistico, co-fondatore e Presidente di Startup Turismo e membro del comitato scientifico del BTO (Buy Tourism Online) di Firenze. “In un paese come il nostro dove il 70% delle strutture ha meno di 30 camere, dove il travel online conta ormai più di 5 miliardi di euro e dove la promozione è demandata alle Regioni, che non sempre la fanno bene, questo sistema non è più sostenibile – spiega Ceci -. Perciò con il ministro Franceschini abbiamo lanciato il TDLab, incontrando tutti gli attori della filiera, e che entro fine ottobre stilerà una agenda con gli obiettivi da raggiungere. Tra cui ovviamente come sarà l’Enit del futuro, che sveleremo a fine novembre. Naturalmente guardando alle migliori realtà già esistenti all’estero. Importante è poi l’interoperabilità tra tutti i database presenti nei vari ministeri, una ricchezza incredibile ma a cui è difficile accedere. E, naturalmente, la capacità di analizzare i Big Data e gli spostamenti turistici grazie a tablet e a smartphone”.
Ma la rivoluzione in atto non sarà solo digitale. E, meglio, non sarà. E’. “Oltre a Italia.it sotto le ali dell’Enit abbiamo però fatto tante altre cose, come il tax credit per l’aggiornamento tecnologico delle imprese turistiche. Nonché degli alberghi. E con il Comma 2 abbiamo fatto un salto avanti di 10 anni, prevedendo l’integrazione dell’offerta turistica anche con i prodotti tipici e il made in Italy, per offrire l’italian lifestyle in toto ai turisti. Infine stiamo lavorando per una tourist card a livello Italia, che possa diventare anche un metodo di pagamento”. Intanto il commissario Redaelli è anche impegnato nella razionalizzazione della presenza italiana all’estro, con sedi dell’Enit, di alcune regioni, con uffici Ice, consolati, istituti di cultura, etc, “tenendo ben presente però le particolarità di ciascun settore economico che lavora con l’estero” chiosa il commissario.