Ha più volte annunciato (e smentito) l’avvio nei prossimi anni di rotte intercontinentali Europa-Usa e l’ultima volta addirittura si parlava di decisione del cda della compagnia. La notizia aveva fatto il giro del mondo salvo essere poi cassata con la scusa di aver detto una cazzata.
Ma gira che ti rigira, l’argomento torna di attualità, sia pure con una sostanziosa variante: Ryanair punta si ai collegamenti intercontinentali verso le Americhe ma attraverso un adattamento di quello che comunemente gli addetti ai lavori chiamano code share.
L’indiscrezione arriva dalla Reuters alla quale, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, l’amministratore delegato della low cost irlandese, Michael O’Leary, avrebbe dichiarato di aver avviato colloqui con alcune grandi compagnie aeree per offrire i voli di collegamento nelle tratte internazionali. La cosa funzionerebbe così: Ryanair metterebbe a disposizione la sua vasta rete di collegamenti da aeroporti secondari verso gli hub delle grandi compagnie aeree che poi accoglierebbero i clienti del manager irlandese sui propri aeromobili per trasvolare oltre Oceano. Tutto ciò con un solo check in e quindi senza migrazioni armi e bagagli per i passeggeri, nei corridoi degli aeroporti. Unica condizione posta da Ryanair sarebbe quella di accollare ai grandi vettori tutti gli oneri della biglietteria e dei servizi negli scali.
I colloqui sarebbero stati già avviati con International Airlines Group (proprietaria di British Airways, Iberia e Vueling con basi a Londra e Madrid), Tap (hub principale a Lisbona), Norwegian Air Shuttle (Oslo) e Virgin Atlantic (Londra e Manchester) e Aer Lingus (Dublino). O’Leary ha aggiunto che non vede alcuna ragione per cui l’operatività non potrebbe partire già questo inverno o da novembre, almeno con Aer Lingus. I colloqui con IAG, ha poi spiegato alla Reuters, guardano a possibili futuri servizi a lungo raggio dall’hub di Ryanair a Stansted.