Sette fondi pensione europei vendono le azioni di Ryanair per i dubbi sulle controversie giudiziarie riguardo ai contratti di lavoro. “Sono idioti e disinformati – commenta Michael O’Leary, numero uno della compagnia -. Se non vogliono investire in Ryanair sono francamente problemi loro. Il titolo ha guadagnato il 10% da inizio anno”.
In particolare, i fondi danesi hanno messo Ryanair nella loro black list delle società in cui non investire per motivi etici. Nel 2015 Ryanair è stata infatti costretta da un tribunale locale a firmare un contratto collettivo con i dipendenti danesi, che al contrario intendeva inquadrare secondo le leggi irlandesi, pagandoli quindi la metà di quanto prendevano piloti e assistenti di Cimber, una low cost locale.
Ryanair ha fatto ricorso alla Ue, e da allora continua a volare a Copenhagen, ma ha spostato gli aerei come base a Kaunas, in Lituania, per evitare sequestri, riferisce la Repubblica.
Nel 2013 la Francia ha multato il vettore irlandese per 9 milioni per lo stesso motivo. Ma dopo che la Corte di giustizia europea ha dato ragione alla tedesca A-Rosa (crociere) in un caso smile, Ryanair ha annunciato che chiederà la restituzione del denaro con gli interessi. Ovvero, per un totale di 15 milioni.
“Noi mettiamo i nostri soldi solo in realtà che rispettano i nostri paletti per investimenti responsabili, inclusi quelli sul lavoro – riassume Pka, fondo pensione di Copenhagen -. Ryanair si è trovata ad affrontare alcune controversie sui dirittti dei lavoratori sia in Danimarca che in Francia e collegandole con altri dubbi sulla contrattazione collettiva e la libertà d’associazione abbiamo deciso di non investire nell’azienda”.