Francia, Spagna e Germania stabili. Cina in grande crescita, Nord Africa in sofferenza, Cuba a picco. Addentriamoci nelle analisi sui flussi e sulle tendenze del turismo italiano outgoing della ricerca “Italiani in viaggio. Come cambiano le preferenze”, commissionata da Bit alla società Mercury curata da Emilio Becheri e Ilaria Nuccio, di cui abbiamo dato notizia questa mattina .
L’analisi ha preso in considerazione i flussi italiani verso una trentina di Paesi: le prime 20 mete per flussi e altri paesi particolarmente significativi per le performance turistiche, in positivo o negativo. Per ogni paese scelto, l’andamento dell’outgoing italiano è stato messo a confronto con quello generale per la destinazione.
In generale, la crisi degli ultimi anni ha inciso sulla propensione al viaggio all’estero degli italiani, ma non in uguale misura per tutte le mete: i Paesi preferiti dagli italiani stanno cambiando, anche perché sono cambiati i modi e i tempi delle vacanze (vacanze più brevi, crescita dei weekend e dei soggiorni brevi, spesso a tema). Fra le destinazioni “mature”, dalla Francia alla Spagna, dalla Grecia agli Usa e all’Austria, emerge un quadro generale con luci e ombre: mercati di prima grandezza per volumi, come la Francia, danno segnali di stanchezza, con un calo negli ultimi due anni delle presenze italiane. Fra le mete emergenti, spicca la Cina, dove la crescita del mercato italiano è superiore percentualmente a quella del mercato internazionale nel suo complesso (ma attenzione, i dati aggregano leisure e business, che rappresenta una quota importante dei viaggi di italiani in Cina!). Nel dettaglio, nel periodo 2000-2013 il mercato degli italiani verso la Cina aumenta del 223,7%, all’eccezionale tasso medio annuo del 10,3%. I 77.840 arrivi di clienti italiani alle frontiere cinesi dell’anno 2000 sono più che triplicati fino a 251.991 nel 2012 e si stima siano divenuti più di 280.000 nel 2013.
Fra le mete in crisi, questioni geopolitiche hanno frenato i flussi verso Egitto, Tunisia e Marocco. Il calo della Croazia, invece, in controtendenza rispetto alla crescita del turismo nel Paese, è probabilmente da attribuire all’aumento dei prezzi degli hotel croati.
Il campanello d’allarme, poi, suona per Cuba: un tempo meta regina sul lungo raggio, l’isla grande sembra aver perso il suo appeal nei confronti del pubblico italiano, con un andamento fortemente negativo dei flussi che contrasta con la generale crescita del turismo nell’isola: a fronte di un mercato internazionale che nel periodo 2000-2013 è cresciuto del 60,1%, a un tasso medio annuo del 3,7%, nello stesso periodo quello italiano è diminuito del 47,7%, a un tasso medio annuo del -4,9%. Nel 2013 sono stati presenti nell’Isola circa la metà (51,5%) dei clienti italiani presenti nel 2004, che resta l’anno con il massimo numero di visitatori nel periodo 2000-29013, con circa 179mila turisti.
In netto calo sono anche le Seychelles, fino all’altro ieri (l’anno record per il turismo italiano è stato il 2009) meta da sogno per i viaggiatori italiani in cerca di mari esotici: anche in questo caso, alla contrazione del mercato italiano, che nel 2013 ha segnato il suo minimo dal 2000 a oggi, fa da contrappeso la crescita di quello generale, che ha segnato nel 2013 il record di arrivi per l’arcipelago.