L’emergenza sanitaria e’ costata al settore turistico italiano 28 miliardi di euro, un punto e mezzo della ricchezza nazionale. A farne le spese è stato anche il mercato immobiliare alberghiero, che a livello europeo nel 2020 ha toccato il minimo del secolo con 12 miliardi transati (-68% sul 2019). E’ quanto emerge dal Rapporto 2021 sul mercato immobiliare alberghiero, presentato da Scenari Immobiliari durante la terza edizione dell’Hospitality Forum a Milano e secondo cui anche se e’ in corso una ripresa che dovrebbe portare gli scambi europei a 19 miliardi a fine anno, solo nel 2023 si superera’ l’anno record 2019 con oltre 40 miliardi di scambi, mentre per il 2022 sono attesi 33 miliardi.
Il fatturato del mercato alberghiero in Italia dovrebbe attestarsi quest’anno a 2,7 miliardi (in rialzo dagli 1,5 miliardi del 2020, ma sotto i 4 del 2019), por poi crescere a 3,3 miliardi l’anno prossimo e a 4,1 nel 2023.
“Il settore turistico e il mercato alberghiero italiano hanno visto ridursi fino al 70% i propri fatturati, dopo anni di crescita costante. Anche il 2021 vede una ripresa debole, soprattutto sul versante degli stranieri”, ha detto Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, sottolineando che “e’ il momento per migliorare l’offerta e renderla piu’ competitiva”, anche perche’ “gli investimenti previsti nel Pnrr aumenteranno la rete infrastrutturale e permetteranno uno sviluppo importante nei prossimi anni”.
La spinta degli investitori e’ comunque forte e si prospettano due anni di forti incrementi e di nuove aperture, nelle citta’ piu’ importanti e nelle migliori localita’ turistiche: “La vera sfida per il mercato italiano non e’ solo la crescita degli hotel cinque stelle (ci stiamo avvicinando alla media europea), ma gli alberghi di livello a quattro stelle per intercettare la fascia di turisti piu’ ampia e in crescita”, ha detto Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari.