E’ l’ora zero oggi per la Scozia. E’ la giornata in cui quasi 5 milioni di scozzesi decideranno se rimanere nel Regno Unito o se formare un “nuovo” stato. Gli ultimi sondaggi di ieri, realizzati da Opinium e Icm (con un margine di errore del 5%), rispettivamente per il Daily Telegraph e lo Scotsm, davano il “no” di nuovo in vantaggio con un 52% di contrari all’indipendenza, contro un 48% di separatisti. Un eventuale sorpasso porterebbe a tante altre realtà in tutto il mondo a richiedere l’indipendenza; dai catalani ai baschi in Spagna, dai bavaresi in Germania ai “padani” in Italia, ma anche i quebecois in Canada.
Ma, come abbiamo visto nella prima delle nostre analisi sul referendum scozzese, andiamo a vedere cosa comporterebbe una vittoria dei Sì per il turismo, uno dei principali settori del paese, con 200 mila posti di lavoro e 11 miliardi di sterline, oltre 14 miliardi di euro, di entrate. La Scozia ko scorso anno ha accolto 2,5 milioni di visitatori stranieri, cifra che si appresta a superare quest’anno grazie ad eventi come i Commonwealth Games, la Ryder Cup e gli MTV EMA Awards. Ma dopo? Sempre in caso di Sì: “sarebbe inopportuno commentare ora il referendum – ha detto la portavoce di Visit Scotland Louise Purves -. Negli ultimi 200 anni la gente ha continuato a visitare il nostro paese e non abbiamo alcuna informazione dai nostri partner del settore di una eventuale disaffezione dei visitatori per questa situazione politica”.
Intanto anche Visit Scotland è stata coinvolta della polemica tra Separatisti e Unionisti; quest’ultimi, sotto la bandiera di Better Together, hanno accusato il tourism board attraverso il loro leader Alistair Darling, di aver prodotto una pubblicità televisiva che inneggiasse al sì, visto lo slogan scelto: “You too can say, ‘yes, I was there’.”
Ma un sondaggio segreto realizzato su oltre 500 delegati dell’industria scozzese del turismo riporterebbe una maggioranza del 60% a favore dell’Unione al Regno Unito, mentre uno studio di LJ reserch sulla popolazione inglese ha riportato un netto 84 per cento di interpellati che hanno sostenuto che visiterebbero la Scozia sia che vincano i Sì sia che vincano i No. Le sole preoccupazioni; gli ventuali controlli di frontiera, la richiesta di visti e…la probabile uscita dalla sterlina in caso di Indipendenza.
Ma vi sono anche esponenti del turismo scozzese, come Joe Goldblattdi Edimburgo, che vede un boom del turismo in caso di vittoria del Sì: “nel breve termine avremmo una crescita incredibile negli arrivi se saremo indipendenti, perché molti vorranno conoscere la nostra storia e le nostre millenarie tradizioni”. In aggiunta a questo il partito indipendentista SNP, lo Scottish National Party, ha aggiunto che “il turismo, così come altri settori economici, godrebbe anche di minori tasse. Ad esempio per quelle aeronautiche, tra le più alte del mondo in Gran Bretagna”.