Guadagnarsi da vivere facendo foto con il cellulare. Magari viaggiando nei posti più belli del mondo. Questo è quello che fanno gli Instagramers, riunitesi in una associazione, gli Igers, che sono intervenuti alla SMW di Roma organizzata da Business International, per raccontare la loro esperienza. Che, come per tutte le novità, non è stata immediatamente capita e ha scatenato gelosie e rancori in altre categorie di “operatori della comunicazione”, siano questi digitali e/o social, oppure più tradizionali. Insomma giornalisti contro blogger, blogger contro Instagramers, poco amati all’inizio anche dai fotografi, e Instagramers contro chi? Forse contro gli Steller, o come diavolo si chiameranno, ovvero gli adepti alla nuova piattaforma che racconta storie attraverso una combinazione di testi, foto e video (ma non erano i giornalisti questi?). Applicazione che, nella massima trasparenza, è stata suggerita dalla stessa presidentessa degli Igers Italia la marchigiana Ilaria Barbotti.
Barbotti che spiega, però, che non basta un cellulare dell’ultima generazione per diventare Igers, anche se aiuta, così come non basta spammare la Rete di tweet o post su Facebook per diventare un social evangelist. “Noi ormai riconosciamo facilmente i professionisti da chi si improvvisa” afferma Barbotti, e ce ne sono tanti, aggiungiamo noi, sia tra gli Instagramers che tra i blogger e, naturalmente anche tra i giornalisti. “Noi siamo cresciuti tanto, dandoci delle regole deontologiche, e collaborando seriamente con diverse iniziative. Molte nel campo turistico, come il primo grande evento Instragram di Barcellona organizzato dalla regione con i nostri corrispettivi catalani, o i più recenti eventi realizzati con Pecora Verde, conclusosi su un tram d’epoca a Milano (vedi la cronaca. C’eravamo anche noi di Wbm!, ndr) o l’Instarail in Abruzzo“. Oppure, ancora, la MyPugliaExperience, evento internazionale a cui ha partecipato, tra gli altri un altro degli Igers presenti alla sessione, Marco Bottalico. Turismo ,ma non solo: “stiamo ad esempio collaborando con Bmw o con Ceres” dice Barbotti, che prosegue: “naturalmente gli eventi Iger devono esser programmati all’interno di un piano strategico più ampio e non deve essere una toccata e fuga. I grandi Instagramers con diverse migliaia di follower, reali e non comprati, sono capaci di ottenere mille o duemila like sulle loro foto. Una ricchezza che si deve coltivare sui social e con altri mezzi. E che gli Instagramers continuano a stimolare con latergram, ovvero le foto postate nelle settimane dopo l’evento in questione, così come di solito fanno prima dell’evento stesso, con teaser anche sugli altri social network”.
Insomma anche qui, come nella maggior parte dei lavori, ci vuole passione, conoscenza del mezzo, come ha dimostrato anche Bottalico nella spiegazione di How to use Instagram all’inizio dell’incontro, “guida rapida” all’uso correlata anche dalla storia del social network dei Mobile photographers, e “tanta curiosità più una buona dose di anticonformismo, che ci ha portato a collaborare con realtà come Pecora Verde, appunto, con il challenge #fuoridalgregge o con Notfortourist, per far conoscere la Roma nascosta ai nostri follower” spiega la terza Iger presente all’incontro, la romana Silvia Cretella.
Per chi volesse saperne di più, oltre che sui loro profili Instagram, ecco il sito dell’associazione www.instagramersitalia.it, o, se vi troverete a passare per Trieste il prossimo 4 ottobre, potreste rivolgervi direttamente agli oltre 200 Instagramers che parteciperanno alla 4a edizione dell’Instameet italiano. Buoni (Insta)tweet a tutti!